Bersani lancia Forza Gay. E D'Alema cosa dice?
Te le tirano fuori con le tenaglie, te le tirano. Pier Luigi Bersani, ieri: «Tra i punti principali del programma con cui il Pd si presenterà di fronte agli elettori saranno contenuti impegni chiari: penso all’approvazione di una legge contro l’omofobia e la transfobia e al riconoscimento delle unioni tra persone dello stesso sesso». Dirlo quando in Italia e non solo il tema del momento è Forza gnocca equivale a gettare litri di benzina sul fuoco della presa per i fondelli. Perché, a questo punto, dire che la risposta del Pd alla suggestione amatorio-politica del Cav è la fondazione di Forza gay viene quasi naturale. Problemi di linea - Al di là di tutto, però, la dicotomia Forza gnocca versus Forza gay (oltre ad offrire il destro per svariate facezie circa la diversità della sinistra, la scelta di campo tra i due schieramenti e la contrapposizione politica che si va facendo un tantino troppo muscolare) offre due spunti squisitamente politici. Il primo guarda all’interno del Partito democratico. La sortita di Bersani, infatti, è emblematica di quanto non ci sia un argomento che è uno sul quale nel partito del Nazareno esista una qualche identità di vedute. È di nemmeno un mese fa - per restare nella cronaca - l’uscita di Massimo D’Alema sullo stesso tema: «Come previsto dalla Costituzione», aveva detto l’ex premier, «il matrimonio è l’unione tra un uomo e una donna». Vero che un conto è parlare di matrimonio ed un altro è parlare di unioni civili, però se sull’argomento la distanza tra due big tradizionalmente non ostili fra loro è questa, allargando lo spettro ad altre aree del partito la situazione non potrà che farsi più problematica. Sarebbe infatti interessante sapere cosa si pensi della linea bersaniana tra gli ex popolari: gente moderata, il cui disagio a stare in un partito che più passa il tempo e più assomiglia a una riedizione dei Ds è, e da un pezzo, sempre più palpabile. Gente che, a sentire promettere le unioni gay nel programma, già vede il voto cattolico migrare verso altri lidi (e magari medita di fare altrettanto). Anche perché il segretario non si ferma a gay e trans: già che c’è, Bersani promette di includere nel programma anche «l’estensione del diritto di voto ai nuovi cittadini» ed «il varo di una buona legge sul testamento biologico». Una ricetta indigesta per mezzo partito. Scelta di campo - Fin qui il primo spunto. Resta il secondo, che esula dalle dinamiche interne al Pd. Perché la contrapposizione tra Forza gnocca e Forza gay, pur nella propria iperbolicità, è l’emblema di come - e pazienza per i professionisti dell’antipolitica - destra e sinistra non siano tutti uguali. Di nuovo: nessuno sta riducendo la faccenda a partito degli sciupafemmine contro partito degli omosex. È che l’antinomia in questione riassume in sé alla perfezione quella tra Pdl e Pd. E non c’è nemmeno bisogno di impiccarsi a paroloni tipo valori, etica o principi. Basta parlare di politica: da una parte i temi etici e i diritti civili sono meditati e declinati secondo una certa sensibilità, dall’altra si usano criteri diversi; da una parte si tende a dare retta alla dottrina della Chiesa e dall’altra meno; da una parte si è conservatori e dall’altra progressisti. Insomma, da una parte la gnocca e dall’altra i gay: è il bipolarismo, bellezza.