Urlo leghista alla deputata Pd "Ma vai a farti scopare"
«Fatti scopare, che è meglio». Con questa frase ieri un leghista ha zittito una collega del Pd, che alla Camera si stava lamentando di una sospensione in Aula dovuta ad un capannello di parlamentari accorsi attorno al premier in vena di barzellette. Adesso dall’opposizione chiedono l’intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini, mentre i deputati del Carroccio fanno quadrato e non trapela il nome del responsabile. A raccontare l’episodio è proprio la protagonista, la deputata Pd Lucia Codurelli, zittita in Aula con parole pesanti. «Purtroppo in questi anni sono stati diversi i momenti in cui la maggioranza ha discreditato il Parlamento, ma quanto avvenuto oggi», ha detto ieri a caldo la deputata, «è di una gravità inaudita e il presidente della Camera non può non intervenire». «Mentre i lavori dell’Aula erano sospesi, sempre per problemi loro, e non per quelli del Paese, abbiamo assistito ad un vergognoso intrattenimento, con immancabile racconto di barzellette, da parte di Berlusconi ai suoi cortigiani, tutti presi a ridere e scherzare, noncuranti di tutto ciò che avviene attorno a noi: la loro contentezza è esplosa quando il presidente ha detto che il suo partito sarà della “gnocca”. Perciò ho espresso tutta la mia indignazione», ha proseguito la Codurelli, «gridando che ci hanno portato allo sfascio e che se ne devono andare: alle mie proteste ha risposto insultandomi un leghista, di cui aspetto di conoscere il nome. È il loro stile: arroganza e niente rispetto, soprattutto per quelle donne che non sono asservite ai capi». Secondo quanto riferito da più di un testimone, dai banchi della Lega, in risposta alle proteste della Codurelli, un deputato rimasto anonimo ha gridato: «Fatti scopare, che è meglio». Ora il Pd chiede «provvedimenti». «L’offesa rivolta alla nostra collega Codurelli», è intervenuta Sesa Amici, esponente della segreteria di presidenza del Gruppo del Pd alla Camera, « conferma che la Lega è irrimediabilmente impregnata della peggiore cultura maschilista e che il partito di Bossi non è in grado di rispettare né le donne, né il prossimo, né la serietà di un’istituzione». «Prendiamo atto», ha proseguito, «che il presidente di turno, Antonio Leone, ha già detto che rappresenterà la questione agli organi competenti, ma per noi il fatto che l’offesa sia avvenuta in un momento di sospensione dei lavori non cambia di una virgola la sostanza: cioè che una collega è stata offesa e con lei tutta l’istituzione nella quale noi rappresentiamo i cittadini». Le fanno eco molti rappresentanti del Pd, che «esprimono solidarietà a Lucia» e che «questi cavernicoli chiedano scusa». «Nel centrodestra», ha spiegato l’europarlamentare Debora Serracchiani, «stiamo assistendo a uno sfascio che non è più solo politico ma sembra corrodere anche gli argini del rispetto personale e sconfina nel bullismo». di Roberta Catania