Depresso e con 24 chili in meno Lele Mora finisce in ospedale
Era prevedibile quanto inevitabile. Un signore che, in prigione, dimagrisce in pochi mesi 24 chili, che ha malori quasi ogni giorno e accusa una forte depressione, appare spossato e confuso, beh, prima o poi sarebbe crollato. Qualcuno penserà che Lele Mora meriti la galera per bancarotta fraudolenta, il reato per cui è indagato e che lo scorso giugno l’ha spedito nel carcere di Opera. Qualcuno altro, magari, ritiene che le sbarre gli si addicano per le sue amicizie e per lo stile di vita. Perché non è chic, perché frequenta tronisti, perché porta le ragazze alle cene di Berlusconi. Di certo non lo pensa il suo corpo. Che ieri non ha retto. Il manager di Bagnolo Po, come ha rivelato ieri il nostro sito è stato ricoverato nel pomeriggio all’Ospedale San Paolo di Milano in seguito a un malore dovuto alla pressione molto alta. E allo stress. Le sue condizioni di salute continuano a peggiorare, in particolare negli ultimi quindici giorni. Mora, 56 anni, ha iniziato sin da subito a perdere peso, lui che è una buona forchetta e non farebbe una dieta nemmeno sotto tortura. La lancetta della bilancia è scesa inesorabilmente fino a toccare quota meno 24 chili. È depresso. I suoi legali - gli avvocati Luca Giuliante e Nicola Avanzi - avevano chiesto gli arresti domiciliari per incompatibilità tra il carcere e le sue condizione di salute, ma la richiesta è stata rigettata dai magistrati. Motivo: «pericolo di fuga». Il gip ha valutato che Mora può restare in carcere. I pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, sempre su istanza dei difensori, hanno acconsentito che l’agente venisse visitato dai suoi medici in carcere. Ogni giorno è seguito da uno psicologo e da uno psichiatra, scrive lunghe lettere agli amici e ha il permesso di comprare solo tre giornali. Lui opta per quelli di gossip e un quotidiano. In ogni caso, l’ipertensione, il diabete e lo stato psicologico molto fragile non hanno perdonato. Dopo l’ennesimo tracollo fisico e il ricovero di ieri, i famigliari dell’agente rinnoveranno la richiesta per ottenere un regime meno rigido. Intanto Mora sarà sottoposto a cure e controlli. Non uscirà dall’istituto almeno fino ai primi giorni della prossima settimana. I suoi avvocati pochi giorni fa avevano lanciato l’allarme: «Lele Mora è l’ombra di se stesso». Le persone che sono andate a trovarlo in carcere, qualche tronista, l’ex Pupa Francesca Cipriani, Platinette e ovviamente i famigliari, la figlia Diana e il figlio Mirko, hanno spiegato di essere molto preoccupati. Durante i colloqui Mora si presentava affaticato e anche confuso. Ma la sua permanenza dietro le sbarre è stata ritenuta necessaria dal tribunale perché non sarebbe stato reciso quell’ipotetico «vincolo criminale» che lo potrebbe portare, secondo le accuse, a inquinare le prove. Mora è accusato di concorso in bancarotta fraudolenta per il fallimento della sua società, la L&M management, chiusa con un buco di 8 milioni e mezzo di euro. Il sospetto dei magistrati è che parte dei fondi destinati al salvataggio dall’azienda siano invece finiti su qualche conto in Svizzera. Nel corso di un interrogatorio Mora spiegò di aver chiesto un prestito da 3 milioni a Silvio Berlusconi, parte dei quali (circa 700mila euro) finiti nelle tasche di Emilio Fede. Il direttore del Tg4, però, ha sempre negato di aver fatto la «cresta» su quel prestito. «Si trattava della restituzione di una somma avuta nel corso del tempo», aveva spiegato Fede. Mora e Fede, prima del crack, insieme a Nicole Minetti sono stati indagati per sfuttamento della prostituzione nell’ambito dell’arcinota inchiesta che prende il nome di Ruby-gate. di Alessandra Menzani