Ecco i porti sicuri della casta: non sanno nulla di mare, ma...
L’ultimo approdo è stato quello di Piergiorgio Massidda. Senatore Pdl, fedelissimo del suo conterraneo Beppe Pisanu. Un pizzico inquieto, perché già un anno fa minacciava di fare armi e bagagli perché il suo cuore era con Silvio Berlusconi, ma la testa gli diceva di seguire Gianfranco Fini nel suo Fli. Inquietudini e aspirazioni di Massidda ora però hanno trovato il loro porto. Letteralmente perché il politico sardo in un paio di sedute della commissione di merito alla Camera e al Senato è stato impalmato alla presidenza della Autorità portuale di Cagliari. È accaduto la scorsa settimana con un sostanziale beneplacito bipartisan: l’opposizione non gli ha votato contro, ma si è limitata all’astensione (sia Pd che Idv). Già due giorni dopo Massidda si è buttato anima e corpo nella nuova avventura, salendo a bordo di una nave da crociera della Msc con tanto di miss ad attenderlo per l’occasione. Al momento l’inquieto politico di centro-destra sta cumulando tre incarichi pubblici: quello da presidente di Autorità, quello da consigliere provinciale di Cagliari (si era candidato alla testa di una omonima lista civica contro il Pdl) e quello da senatore. Appena eletto all’autorità di garanzia raggiungendo il triplo incarico in supplesse proprio in mezzo alle polemiche sulla casta, Massidda ha annunciato che darà le dimissioni da senatore lasciando uno scranno libero per qualcuno del Pdl magari meno inquieto. L’incompatibilità - Non è un particolare atto di generosità: gli incarichi sono incompatibili, e fra i due nonostante tutti i privilegi di palazzo, il più redditizio è quello alla guida dell’Autorità portuale. Lo stipendio è più che doppio rispetto a un alto dirigente del ministero dei Trasporti. Di base è poco inferiore ai 200 mila euro all’anno, ma con gettoni e altre indennità alla fine può superare i 300 mila euro. Non si può dire che Massidda sia arrivato lì sull’onda della sua lunga esperienza di settore. Di professione fa il medico. Ed è ritenuto un validissimo chirurgo plastico. L’annuario di settore spiega che “è specialista in fisiokinesiterapia. Ha fondato il reparto di fisioterapia e medicina estetica delle terme di Sardara, di cui è stato responsabile dal 1986 al 1990 e ha esercitato per diversi anni nel centro di medicina estetica MedEst di Cagliari”. Che c’azzecca - Poi si è dato alla politica: fra i fondatori di Forza Italia (dopo una breve esperienza nel partito repubblicano), è stato tre legislature deputato e da due è senatore. A palazzo però si è sempre occupato di medicina e sanità, presentando ddl sulle medicine alternative e sulle cure ai pazienti terminali. Coi porti insomma non c’azzeccava proprio nulla. Ma aveva la carta sicura per guidare una di quelle autorità: un curriculum politico, la caratteristica più richiesta per quel tipo di nomine. Di politici non più rieletti sono piene le grandi autorità nazionali di garanzia. Ma per quelle portuali essere stato un professionista di partito è una garanzia sicura. In questo momento sono legate a filo doppio con la politica ben 12 presidenti di autorità portuali italiane, più il presidente di Assoporti, Francesco Nerli, che è stato senatore Ds. Come Massidda vengono dal parlamento nazionale l’ex deputato azzurro Cristoforo Canavese (presidente dell’Autorità portuale di Savona), l’ex sottosegretario e senatore Ds Lorenzo Forcieri (presidente dell’autorità portuale di La Spezia) e l’ex deputato e sottosegretario Pd Andrea Annunziata (presidente dell’autorità portuale di Salerno). Viene dall’europarlamento- liste Pd- ma ha nel curriculum anche l’incarico di ministro con Romano Prodi e di sindaco di Venezia il presidente dell’Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa. Sono cresciuti in politica, ottenendo scranni e incarichi negli enti locali anche l’ex sindaco Ds di Piombino, Luciano Guerrieri ora alla guida dell’Autorità portuale dello stesso comune. Pure Livorno - Come lui è stato assessore di Civitavecchia, prima dell’Idv e ora avvicinatosi al Pdl il giovane neopresidente dell’autorità portuale del luogo, Pasqualino Monti. Era consigliere regionale ligure vicino a Pd e Sel anche Giuliano Gallanti, presidente dell’Autorità portuale di Livorno. Il suo collega di partito Luigi Merlo, che grazie al Pd è stato assessore della Regione Liguria nella giunta di Claudio Burlando, ora guida l’Autorità portuale di Genova. Ha militato in An invece l’ex assessore provinciale di Catania, Santo Castiglione, nominato presidente della autorità portuale della città siciliana. È un po’ più tecnico invece Francesco Mariani, presidente della Autorità portuale del Levante: è stato responsabile trasporti del Pci-Pds-Ds. Viene dalla società civile invece il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Marina Monassi. È perfino figlia di un ammiraglio. E anche da anni compagna di Giulio Camber, politico di lungo corso della zona, prima socialista, poi ras di Forza Italia e del Pdl. I maligni dicono che il vero passepartout per il porto fosse quello sentimentale. E a pensare male con le autorità spesso ci si azzecca. di Franco Bechis