Sull'Unità, trionfa Marcegaglia Da Gramsci a Confindustria
Chi lo guardasse di primo acchito, potrebbe pensare che si tratta del giornale ufficiale di Confindustria. In prima pagina, troneggia Emma Marcegaglia in piena foga oratoria. In seconda, ancora la Marcegaglia stretta stretta alla presidente di Confindustria Toscana e un titolone sparato alto "Le imprese contro il governo". In terza poi, un'intervista speciale a uno dei guru degli industriali italiani, Marco Boglione di Robe di Kappa. Nessuno penserebbe che sia L'Unità. E invece è proprio così. Il vecchio quotidiano comunista, oggi vicino al centrosinistra, svende l'anima al diavolo pur di buttare giù il Cav. Le frasi pronunciate dalla Marcegaglia vengono cavalcate tutte in funzione antigovernativa. Se Emma dice "Noi vogliamo un cambiamento vero", il quotidiano rosso interpreta "O si cambia o meglio chiudere qui". Se la Marcegaglia parla di scarsa credibilità del nostro Paese, l'Unità fa ricadere la scarsa credibilità di 60 milioni di persone tutta sulle spalle di Berlusconi. I proletari svendono l'anima al padrone - Ma il gioco è vecchio e lo conosciamo. La strategia, invece, sembra essere nuova. E' come se L'Unità volesse capovolgere la dialettica servo-padrone, confidando in una lotta intestina tra padroni. Si illudono, insomma, i comunisti, che il conflitto interno tra fratelli industriali possa favorire il terzo, cioè loro. Poveri illusi. Non sanno che gli industriali, quand'anche mandassero a casa Berlusconi, poi avanzerebbero una loro candidatura, proponendo Montezemolo, Profumo o, chissà, la stessa Marcegaglia? Vi siete dimenticati la Palestina - Attenti, insomma, compagni. Anche perché, in nome del vostro furore anti-Cav, state trascurando alcuni vostri storici cavalli di battaglia. Come la questione palestinese. Vent'anni fa avreste fatto un numero speciale sulla possibile nascita di uno Stato di Palestina. Oggi relegate la faccenda a pagina 18, a parte una vignetta (sì, solo una vignetta) di Staino a pagina 3. Dove sono finiti i vecchi comunisti che indossavano la kefia? Forse oggi vestono in giacca e cravatta e vanno a seguire i convegni di Confindustria.