Carroccio, l'allarme dei maroniani: "Bobo ora sta mollando"

Andrea Tempestini

Tutto come previsto: la Lega salverà il ministro Saverio Romano dalla mozione di sfiducia del centrosinistra. Si vota mercoledì. Il capogruppo padano alla Camera, Marco Reguzzoni, ha assicurato che il Carroccio non impallinerà il successore di Giancarlo Galan e Luca Zaia, anche se è accusato di reati connessi con la mafia. Poi sarà la volta del rifinanziamento della missione in Libia e che scade il 30 settembre: un altro rospo in arrivo, nonostante i proclami pacifisti dettati anche nel raduno di Pontida. Aria di mediazione pure per la nomina del nuovo governatore della Banca d’Italia: tutto fa pensare sarà il tremontiano Vittorio Grilli, anche se l’irritazione della Lega col ministro dell’Economia - assente durante il voto sull’arresto del suo ex braccio destro Marco Milanese - potrebbe aprire nuovi scenari. C’è da dire che gran parte dei lumbard sono neri con Tremonti: anche i semplici parlamentari, non solo i sindaci che contestano la manovra. Però il rapporto tra Bossi e «l’amico Giulio» sembra essere solido e a prova di mal di pancia. La Lega deve guardarsi dai problemi romani ma ha delle belle grane sul territorio. Domani cominciano i congressi. Nella Val Camonica di Bruno e Davide Caparini, dell’assessore lombardo Monica Rizzi e dove Renzo Bossi ha preso vagonate di voti, sarà corsa a tre: Enzo Antonini (vicino ai Caparini) contro Riccardo Minini e il candidato del cerchio magico (cioè i colonnelli che fanno riferimento alla moglie del Senatur e che litigano con Maroni) Pietro Pezzutti. Poi, ecco Brescia. Il 2 ottobre si sfideranno Mattia Capitanio del cerchio magico (anche se ha pubblicamente smentito di essere sponsorizzato da Monica Rizzi e dal Trota) contro il vicesindaco del capoluogo Fabio Rolfi, stimato dal ministro dell’Interno. In agenda c’è pure Varese, che ha già scelto il leader cittadino: Marco Pinti, un giovane padano vicino a Giancarlo Giorgetti. Resta aperta la sfida per il segretario provinciale: maroniani e cerchio magico stanno discutendo per trovare una mediazione, così da evitare spargimenti di sangue. L’appuntamento è per metà ottobre. Molto dipenderà dalle scelte del parlamentare Fabio Rizzi, che non va d’accordo con Reguzzoni (che è in quota cerchio magico) ma non può essere definito maroniano di ferro. Infatti potrebbe appoggiare il suo fedelissimo Donato Castiglioni, ben visto anche dai cerchisti, contro Leonardo Tarantino. Anch’egli è gradito alla famiglia del Senatur ma piace ai seguaci di Bobo. A proposito del ministro. Dopo aver scelto di mediare sull’arresto di Milanese, l’altro giorno alla Camera, dove ha chiesto ai parlamentari a lui più vicini di ubbidire alla linea indicata dal gruppo - e caldeggiata da Bossi - «Bobo» conta di fare il pieno nei congressi provinciali. Il problema, segnala più d’uno tra i suoi fedelissimi sparsi sul territorio - è che il ministro ha deciso di tornare dietro le quinte, come spesso gli capita dopo aver assestato qualche calcione. Tanto che, soprattutto nella sua Varese, sta attendendo gli eventi senza distribuire indicazioni precise. Pensare che è la città del sindaco Attilio Fontana, finito nella lista nera di Roberto Calderoli insieme al veronese Flavio Tosi per le critiche alla manovra. Domenica, a Venezia, i due primi cittadini sono saliti sul palco solo quando il ministro della Semplificazione l’aveva lasciato. Ed è proprio Calderoli ad agitare i sonni dei maroniani. Perché se il cerchio magico riuscisse a spezzare il patto di non belligeranza tra lui e Bobo avrebbe vita facile a controllare la Lega. E a punire duramente i rivali interni. di Matteo Pandini