Svolta lumbard dei futuristi Consob e Antitrust a Milano

Giulio Bucchi

Quando un anno fa lo propose la Lega Nord con un disegno di legge a prima firma del capogruppo Marco Reguzzoni, insorse gran parte del Parlamento. Giù le mani da Roma, sono follie, non si depaupera la capitale! Così dopo poche sedute di esame la proposta di spostare da Roma a Milano le sedi di Consob e Antitrust sono finite congelate, e mischiate nel frullatore delle richieste leghiste di spostare anche i ministeri. Un anno fa disse no gran parte del Pdl (il romano Francesco Giro chiese in cambio lo spostamento a Roma di piazza Affari, così controllore e controllato sarebbero restati a 500 km di distanza), del Fli, del Pd e dell’Idv. Chetate le acque e forse essendosene tutti dimenticati, la stessa identica proposta leghista è spuntata un anno dopo a palazzo Madama. Ma non è il Carroccio a lanciarla, bensì il partito supernazionalista di Gianfranco Fini. Naturalmente la prima firma è di un senatore Fli di Milano, Giuseppe Valditara, che ha le sue belle convenienze a indossare i panni del leghista di complemento. Secondo Valditara bisogna «ricordare che la principale borsa valori italiana ha sede proprio in Milano. È evidente che nel corso dei quasi quaranta anni trascorsi dalla legge istitutiva, la vicinanza e il contatto diretto con i centri economici e finanziari ha assunto una importanza via via maggiore rispetto alle esigenze di vicinanza e coordinamento con gli apparati centrali dello Stato a Roma». Argomento che sembrerebbe banale, anche se è vero l’esatto contrario: negli ultimi 40 anni le transazioni finanziarie sono diventate molto più virtuali, e anche i controlli sui mercati sono essenzialmente tecnologici: di per sé la sede della Consob potrebbe essere in qualsiasi punto di Italia. In ogni caso Fli è pronto a spogliare Roma anche dell’antitrust, che ha competenze solo parziali sui mercati finanziari. Va a finire che se solo sta zitta, la Lega riesce a fare il colpaccio, altro che quattro uffici polverosi di finti ministeri messi a Monza... di Fosca Bincher