Miss Italia è una calabrese Show moscio: finiamola qui
Miss Italia 2011 è Stefania Bivone, calabrese di 18 anni: 1,79 centimetri di altezza e gambe chilometriche. Ma non basta per salvare l'edizione più moscia di sempre. E se la finissimo qui? Peccato che il patron Enzo Mirigliani quest’anno se ne sia rimasto a casa e non lo si sia visto ronfare come al solito in prima fila, perchè avrebbe seriamente rischiato di sembrare l’elemento più giovane del concorso. Mi ha fatto perfino tenerezza, Miss Italia 2011. Senza patron, senza Salsomaggiore, senza un Depardieu infoiato in giuria, senza un sospetto trans in concorso. Neppure un eunuco in sala stampa, niente di niente. Diciamocelo. Patrizia Mirigliani che sbotta con la Rai e afferma che non si fanno le nozze coi fichi secchi, è perfino ottimista. Da casa, lo show è parso realizzato, al massimo, con due lenticchie avanzate dalla tombola natalizia. In un’edizione normale ci saremmo accaniti su Fabrizio Frizzi e per carità, la sua conduzione è talmente soporifera che al confronto Lorena Bianchetti è una Bestia di satana. Per carità, a guardarlo con quegli occhi perennemente stropicciati di quello che si alza tre volte a notte per la prostata, si è colti da una tristezza siderale. E per carità, a sentirlo commentare con la solita risata qualsiasi frase gli si rivolga, vien voglia di sostituire la tv con una fontana feng shui, ma se si addossassero le colpe dell’apocalisse a cui abbiamo assistito al povero Frizzi, saremmo ingiusti. La verità è che quest’anno c’era più naftalina sul palco di Miss Italia che nel cassetto delle camicie di Aldo Biscardi. E che i potenti mezzi con cui s’è realizzata la kermesse erano su per giù quelli approvati dalla giunta comunale di Frascati per la sesta edizione di “Miss Raccordo anulare e oltre”. Il primo segnale di decadimento era nelle fasce improbabili delle miss, tipo, tanto per citarne qualcuna, “Miss tecnologia fedelity point”, “Miss simpatia Esselunga”, “Miss Sorriso Castello Monte Vibiano Vecchio”, “Miss eleganza sì è lei”. Che poi, a parte l’orrore dei nomi dati a queste fasce, vorrei capire il criterio con cui vengono assegnate. Chi è la Miss Sorriso Esselunga? Quella con la faccia da cassiera? E “Miss Eleganza sì è lei” che vuol dire? Sì è lei cosa? Quella che t’ha rigato la macchina ieri nel parcheggio? E dove l’hanno trovata una miss a Monte Vibiano Vecchio che è un comune con sedici residenti di cui quindici sono uomini over sessanta? Fasce a parte, la vera novità di quest’anno era l’apertura del concorso alle taglie 44. Peccato le abbiano aperte pure alle taglie 6/8 anni perché c’erano un paio di miss tra cui la toscana Chiara Caporalini, la cui circonferenza coscia era quella di un acino d’uva rossa. E comunque, la faccenda delle miss abbondanti non ha convinto nessuno. Intanto sono stati mesi a menarcela su quanto si possa essere belle e eleganti e leggiadre anche con qualche chilo in più, e l’unica che durante la sfilata s’è andata a cappottare per le scale a mo’ di carrozzina della corazzata Potemkin, è stata proprio la Miss Curvy Sara Izzo. Poi insomma, quelle che hanno spacciato per “ragazze curvy” sono fanciulle di cui non si vede il femore controluce come accade nella modella tipo, ma di sicuro, di lì ad essere curvy ce ne passa. Mi permetterei di dire alla signora Mirigliani che se un’adolescente complessata con una decina di chili in più sente definire “curvy” una di quelle gnocche, penserà di appartenere alla categoria “capodoglio” e finirà per morire digiuna nella sua cameretta col poster di Twilight appeso sul letto. Ci pensi su. Spenderei due parole anche sulla giuria. I mezzi erano quelli che erano e quindi tra un Giorgio Pasotti con l’aria di quello che sarebbe stato più volentieri seduto su un geyser sulfureo che lì in giuria accanto alla Giacobini e un Enrico Vanzina che ormai ha un unico scopo nella vita, ovvero quello di farci rivalutare le pettinature di Gigi Marzullo, la mestizia regnava sovrana. In più, quest’anno qualcuno deve aver convinto Patrizia Mirigliani che inserire due blogger tra i commentatori della serata sarebbe stata una gran botta di modernità. Una roba che sarebbe arrivata alle orecchie di Bill Gates. Ed è così che viene data la possibilità ai blogger di parlare. L’esordio di uno dei due è folgorante: “Guardando dal vivo questo show, mi chiedevo se questo spettacolo è ancora televisivamente attuale”. Ora, immaginate la faccia di una tigre siberiana a cui una mietitrebbia ha appena messo sotto i quindici cuccioli appena nati. Ecco. Quella era la faccia di Patrizia Mirigliani in quel momento. E siamo al nodo fondamentale della questione: Patrizia Mirigliani. Io lo capisco che la signora Patrizia sia sentimentalmente legata all’idea di un concorso di miss in cui le ragazze arrivano dalle risaie col mutandone a vita alta sopra la calza di nylon e la lettera del fidanzato al fronte nascosta nel reggipetto, ma qualcuno le deve spiegare che i tempi sono leggermente cambiati. Fate qualcosa. Fatele leggere qualche stralcio di conversazione tra Barbara Guerra e Marystell Polanco, fatele fare uno stage con Manuela Arcuri. Qualcuno le spieghi che tra Marystell Polanco e il suo stantio decalogo su come dovrebbe essere una Miss, si potrebbe cercare una mediazione. Un decalogo, per giunta, che pare più il sermone di un quacquero durante la messa pasquale che il regolamento di Miss Italia. Tanto per fare qualche esempio, secondo la nostra Patrizia, le ragazze non devono avere costumi sgambati. Ora, l’ultima ad indossare costumi sgambati è stata Sabrina Salerno nel video di “Boys”, quindi non stesse in pena che non c’è pericolo. Poi è contraria alle unghie finte, al piercing e, udite udite, un passaggio del suo decalogo dice esattamente così: “No a rifacimenti fisici troppo vistosi. Il Concorso non compie controlli per accertare se una miss ha parti del corpo “rifatte”, ma interviene se le modifiche sono evidenti”. Capite perché dico che i quacqueri al confronto sono tipi moderni. E perché a sentire le miss snocciolare le loro retoriche banalità imbeccate da mamma Patrizia (e una è vegetariana, una s’è salvata dal terremoto, una insegna catechismo, una c’ha due figlie, una è operatrice ecologica volontaria e una “la salute prima di tutto”), viene da pensare che Enzo Mirigliani, in confronto alla figlia, sia un pericoloso sovversivo. di Selvaggia Lucarelli