Da Moni Ovadia ai Tiromancino La scuola secondo ci compagni
La letteratura incide sul destino dei nostri figli. Fiero di questa considerazione, nella mia folle parentesi scolastica proposi quanto segue: e se partissimo dal dolore degli studenti? Se si discute di amore, a esempio, pare ovvio partire da Platone, sterzare verso Agostino e Dante, procurarci Goethe e Baudelaire, approdare a Manzoni, Leopardi, Montale. Quanto più la domanda del ragazzo è profonda, tanto meglio riusciremo, insieme, a sarchiare la storia della letteratura. In sintesi: alla fine dell’anno, rispettando le direttive ministeriali, ogni classe avrà partorito una propria antologia scolastica, incarnata sulla propria pelle. I prof mi guardarono dandomi del pazzo. Ora, girovagando per siti che propongono nuove antologie di letteratura (la scusa della Riforma Gelmini produce una malsana idea della novità, abile stratagemma per far sborsare soldi ai genitori), trovo la risposta ai miei desideri. La Palumbo Editore (www.palumboeditore.it) spinge con fierezza la nuova Storia e antologia della letteratura italiana (per la scuola secondaria superiore) LiberaMente, che propone la «necessità di un rapporto libero e spregiudicato con i testi letterari» e «si prefigge lo scopo di fare della letteratura un campo vivo e aperto di interesse e scoperte, capace di dialogare con il presente e le sue questioni». Critico comunista - Il lavoro ha la supervisione del critico letterario Romano Luperini, dalle note simpatie a sinistra (cofondatore della Lega dei Comunisti, che sfocerà in Democrazia Proletaria). LiberaMente è articolata in tre volumi, la cura è affidata a sei autori, tra cui spicca il nome di Roberto Saviano («Il più brillante e profondo fra i giovani intellettuali e scrittori italiani», parola dell’editore). Stuzzicato e preso al lazo come il più tonto dei torelli, guardo nelle viscere dell’antologia. Il percorso laterale “Dentro Dante” comincia a insospettirmi: nel club sono radunati interventi di Roberto Benigni (ormai dantista ad honorem), Gherardo Colombo, Lella Costa, Moni Ovadia, Piergiorgio Odifreddi. Insomma, tutta gente con simpatie politiche spiccate e piuttosto a sinistra. Per carità, non voglio ripiombare nelle consuete, banali inchieste sui libri scolastici politicizzati. Tra l’altro, è una provocazione che titilla l’egocentrismo dei giornalisti, mica la mente dei ragazzi, troppo lontani dall’acribia politica dei quotidiani e ancora sani. Piuttosto che nelle antologie, bisognerebbe guardare nelle menti dei professori che “formano” le menti dei nostri figli. Rientro nel libro. LiberaMente ha come “punti di forza” la leggerezza e la semplificazione, «così da venire incontro anche agli studenti in difficoltà», sponsorizzando dunque la consueta didattica per i poverelli del mondo. Ci diciamo una volta per tutte che il Liceo è una scuola difficile che chiede un addestramento complesso? Tra l’altro, fossi uno studente, mi offenderei di fronte a chi vuole elemosinarmi sapienza, trattandomi come un cretino. Ulteriore punto di forza sono le schede, tra cui spicca “Passato e presente”, «che stabilisce attualizzazioni fra il nostro mondo e quello che è oggetto di studio». Riguardo al contemporaneo non si va oltre Umberto Eco, Erri De Luca, Aldo Nove, Antonio Tabucchi, Niccolò Ammaniti e Tiziano Scarpa. L’antologia muore, come da consuetudine politica (ci si predispone al post-Berlusconi) sul Mistero buffo di Dario Fo. Ma ci sono anche i cantanti, i Tiromancino (che dialogano con I malavoglia di Verga!), Francesco Guccini (avvicinato a Marco Polo), Lucio Dalla (compagno di camera di Cavalcanti), Vinicio Capossela (messo in scaffale tra Wilde, Nietzsche e Van Gogh). Le schede, inoltre, scatenano le più articolate ambiguità. Vi faccio qualche esempio. A Pico della Mirandola è affiancato un articolo sul “Libero arbitrio secondo Beppe Grillo”; a Verga l’appunto “Educazione alla lentezza di Slow Food”. Pascoli è trattato a pesci in faccia, tra “L’incredibile successo di Harry Potter e i piccoli maghi tra di noi” (associato alla poetica del “fanciullino”!) e le “Lezioni semiserie di Beppe Severgnini”. Goethe e i No Tav - Nel secondo volume si assiste a una schizofrenia assoluta: al Faust di Goethe è incorporato l’articolo “Gli abitanti della Val di Susa contro l’alta velocità”; Il giorno del Parini viene abbattuto con “La lunga carica dei bananeros in Nicaragua” e “La nobiltà del nuovo millennio: il caso di Paris Hilton”. Non va meglio al pirotecnico Ugo Foscolo, che da solo, evidentemente, è nulla: gli hanno affibbiato un articolo su Saddam Hussein e uno sul caso dei Savoia. Il rischio è che la ricerca dell’attualità assoluta renda un’antologia scolastica vana quanto questo articolo. Ma soprattutto, ai ragazzi passa il concetto che tutto è uguale alla prima cosa che mi viene in mente. Viene, cioè, totalmente a mancare qualsiasi criterio di giudizio e di rango. E invece solo riconoscendo che una cosa è infinitamente più grande di me ritengo necessario studiarla. Così l’arte, piuttosto che in una dimensione conoscitiva, vive nella terra dell’opinabile e dell’ovvio: è utile fintantoché risponde alle urgenze del quotidiano. Per cui, cosa ce ne importa? di Davide Brullo