Le toghe minacciano Silvio: "Mandiamo i carabinieri"
Il Cavaliere è accerchiato. L'assalto della procura cresce di intensità. Il pool di Napoli ha imposto a Silvio Berlusconi di indicare entro domenica una data utile per essere sentito dai pm. Se entro merocledì sera il premier non avrà indicato la data, la Procura potrà valutare la mancata indicazione come una mancata comparizione: questo significa che potrebbe partire la richiesta di accompagnamento coatto, che dovrebbe essere autorizzata dalla Camera dei deputati. L'ultimo blitz delle toghe è arrivato nel giorno degli impegni in Europa del Presidente del Consiglio, a colloquio con Van Rompuy prima e con Barroso poi. L'impegno aveva suscitato molte polemiche. L'accusa rivolta al premier era quella di sfuggire ai giudici. Un'accusa fugata anche dal procuratore capo di Napoli, Giovandomenico Lepore: "La memoria difensiva del premier non basta a evitare il faccia a faccia con i magistrati", ha spiegato, aggiungendo che comunque non crede che il Cavaliere stia scappando dalle toghe. La memoria difensiva non basta - L'avvocato Michele Cerabona martedì mattina ha consegnato in procura a Napoli la memoria in cui il premier ricostruisce l'elargizione di denaro all'imprenditore Gianpaolo Tarantini, accusato di estorsione nei suoi confronti. Cerabona non ne ha divulgato il contenuto perché, ha sottolineato, si tratta di un documento coperto dal segreto di indagine. "Non è un memoriale ma una memoria difensiva - ha detto Lepore alla radio -. Ma non basta perché è una versione unilaterale, vanno fatte le domande e ci sono fatti specifici da contestare". E poi ha continuato: "Le controdeduzioni con domande da parte dei magistrati sono necessarie per fare chiarezza, non per senso di persecuzione nei confronti di qualcuno. Nessun cittadino si può sottrarre a suo piacimento all'esame da parte dei magistrati. Lo stesso presidente della Repubblica può essere sentito come teste, con prerogative come quella di essere sentito al Quirinale, ma non si può sottrarre". Niente fughe - "Non credo che il premier stia fuggendo dai magistrati - ha aggiunto Lepore, commentando il viaggio di Berlusconi a Strasburgo - comunque non si è presentato. Cercheremo un'altra data nei prossimi giorni. Sui motivi che hanno indotto il presidente ad andare a Bruxelles non possiamo fare valutazioni, se non quella formale. Se anche avessi un dubbio che è un viaggio di comodo, quel dubbio rimarrebbe in me, non lo potrei esternare". Parte lesa o indagato - Il procuratore capo di Napoli ha respinto poi il sospetto di volere organizzare una "trappola" al premier, convocandolo come parte lesa ma col rischio di tramutare la sua posizione in indagato. Però non ha escluso l'eventualità: "Berlusconi è parte lesa, non indagato. Naturalmente se lui desse una versione che contrasta con alcuni elementi obiettivi che abbiamo a disposizione, allora bisogna che una delle due posizioni prevalga sull'altra. Quindi naturalmente c'è questa possibilità, ma fino a un certo punto". Competenza territoriale - In chiusura un commento sulla competenza territoriale: "Siamo stati noi i primi a sollevare la questione. Nella richiesta fatta al gip - ha concluso Lepore - non escludevamo che la competenza fosse di altri. Il gip ha vagliato e ha riconosciuto che allo stato attuale siamo competenti noi. Ora la difesa ha fatto altre eccezioni e gli organi giudiziari vaglieranno la loro richiesta".