Un giorno in cella con Parolisi "Penso a Melania e leggo"
Magro, provato, appare più giovane dei suoi 33 anni. Forse per l'abbigliamento: una maglietta bianca con la scritta Kosovo sulle spalle, calzoncini neri ed infradito. Ma del resto, per stare in una cella di pochi metri quadri non serve altro. Così si presenta Salvatore Parolisi a chi lo ha incontrato nel carcere di Castrogno, come racconta il quotidiano il Giorno. Appare impenetrabile ma dice di essere sereno e di aver fiducia nei suoi legali, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile. Solo per un istante i suoi occhi si velano di lacrime: "Penso sempre a Melania e Vittoria. Tutti i giorni da quando è successo. Sempre da quando sono qui". Parolisi è in carcere dalla fine di luglio come unico indagato per l'omicidio di Melania Rea, quella che un tempo fu sua moglie. E quando gli si domanda come pensa al suo futuro la risposta è secca: tornare alla vita militare. La cella - Vive in pochi metri quadrati, sotto stratta osservazione. Condivide la cella con un albense di 40 anni accusato di violenza contro la compagna. "Un caro ragazzo" è il commento di Parolisi quando parla di lui. Non si è mai concesso l'ora d'aria insieme agli altri detenuti anche se la sua cella è così piccola da esser quasi invivibile: due metri per tre, senza finestre. Eppure ci stanno in due 24 ore su 24. Uno spazio spoglio ma attrezzato: un letto a castello, un tavolo al centro, due armadi ed una televisione attaccata al muro. Poi un piccolo bagno ed un cucinotto dove il caporalmaggiore prepara la pasta per lui e per il suo compagno. Salvatore dovrebbe restare in 'osservazione' ancora un po' anche per evitare possibili ritorsioni degli altri detenuti. La sua cella è la prima a sinistra. Non è stato ancora spostato tra i protetti: il reparto che accoglie militari, agenti di polizia e transessuali accusati di reati contro la persona. Pochi metri più in là c'è l'infermeria dove è in funzione un servizio medico per i detenuti. La solitudine - Poche le visite dei suoi familiari e più frequanti quelle dei suoi due avvocati. Una vita in totale solitudine. E così, il 28 agosto, nella sua cella Parolisi ha trascorso da solo anche il suo compleanno. L'unica compagnia che gli è concessa e che si concede è qualla dei 'suoi' libri. Salvatore legge moltissimo. E scrive. Dalla biblioteca ha attinto a piene mani. Libri di tutti i tipi e per tutti i gusti. Come Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo, 'Tutte le poesie' di Quasimodo, Mamma e le più belle poesie a te dedicate di Giovanni Gigliozzi, Twilight di Stephenie Meyer, La casa dipinta di Grisham, 'Promesse d’amore' di Danielle Steel, L'Archeologo di Arthur Phillips, L'amante è finita di Maria Venturi, un Uomo in fuga di Ronchi e Triplo di Ken Follett. Tanti libri per vincere la solitudine che lo circonda.