La stoccata del Cavaliere "Fermare strapotere pm"

Andrea Tempestini

Silvio Berlusconi rompe il silenzio e si gode il bagno di folla ad Atreju, dove si tiene la festa dei giovani del Pdl. Al centro dell'attenzione c'è il caso Tarantini, la fuga di notizie dalle Procure e la manovra, bersaglio di feroci critiche delle opposizioni e di Confindustria. Dopo aver spazzato via l'ipotesi di un governo tecnico, la prima domanda, però, è sulle inchieste. "Se le temo? No, perché?" la risposta secca del Cavaliere. Quindi la bordata contro la magistratura, che "in questo momento in Italia si è preso uno strapotere". La magistratura, spiega Berlusconi, è "indipendente da qualunque controllo esterno, è intollerabile. E' una situazione che dobbiamo combattere e cancellare". Mentre su Tarantini ha aggiunto: "Nessuno al mondo mi può ricattare". Leggi il verbale d'udienza e le carte del processo a carico di Giampaolo Tarantini Spunta una nuova bunga-girls: "La Minetti faceva la lap-dance vestita da suora" La telefonata - "Poi il premier è ritornato sulla 'telefonata' incriminata, sul "Paese di m...": "Gli umani sfoghi - ha spiegato - li abbiamo tutti, e credo che abbiamo il diritto di farli, se parliamo con un'altra persona dovrebbero, dalla nostra Costituzione e dallo Stato, essere inviolabili. Uno Stato in cui non viene rispettato ciò che dici e viene sfornato sui giornali non è un Paese libero". Poi Berlusconi ha aggiunto di avere voglia sì di scappare ma che "resterò per cambiare il sistema". "Nessuno avrebbe fatto il nostro miracolo" -  Quindi i temi della crisi economica. Berlusconi vuole "portare un po' di ottimismo" in un periodo piagato dall'eredita del debito pubblico che hanno lasciato all'Italia i governi del compromsesso storico: "Un'eredità pesantissima che ci viene dal passato recente degli anni '70 e fino al 1992". Il governo, ha aggiunto, durante la costruzione della manovra è stato "accusato di confusione solo perché abbiamo ascoltato tutte le proposte di modifica, e i giornali hanno fatto una campagna anti italiana, come la sinistra. C'è da dire - ha puntualizzato - che sono pronti per una dittatura, per un governo che dica questa è la manvora, punto e basta". Quindi la chiosa: "Nessun tecnico al mondo avrebbe fatto il miracolo che abbiamo fatto noi. Quello che questa maggioranza poteva fare è stato fatto". Poi il premier ha sottolineato come sia "difficilissimo fare qualcosa di concreto in un sistema che non dà nessun potere a chi è alla guida del governo. In questi anni ho sentito un senso d'impotenza drammatico. Il governo - ha ribadito - non ha nessun potere". "Alfano premier e Letta al Quirinale" - Nel discorso c'è poi spazio per una frecciata ai media: "Apre il cuore avere a che fare con i giovani dopo che si è avuta la ventura, o la sventura, di vedere certi telegiornali". Ma berlusconi apre anche una finestra sul futuro: "I moderati sceglieranno noi, anziché questa sinistra che abbiamo la disgrazia di avere di fronte, che non ha nessun protagonista degno di essere pensato come presidente del Consiglio". Il premier tratteggia anche i prossimi scenari politici: "Il mio pensiero non recondito è quello di vedere Gianni Letta al Quirinale e Angelino Alfano a Palazzo Chigi". Così Berlusconi ha risposto a chi gli chiedeva se si ricandiderà nel 2013, per poi aggiungere che "lo deciderò soltanto quando si andrà alle urne". I contestatori - Nemmeno ad Atreju, alla festa dei giovani del Pdl, sono mancati i soliti idioti. All'arrivo del Cavaliere, non invitati e non costretti da nessuno a presenziare, otto ragazzi hanno srotolato uno striscione che recitava: "Berlusconi la m... sei tu. Via da questo Paese". Per gli esagitati del collettivo studentesco Senza Tregua, che raccoglie alunni dei licei e delle università, è scattato il blocco della polizia.