E John Galliano paga (poco) la sua 'boutade' antisemita
E’ diventato un caso planetario in poche ore, ha perso il lavoro, parte della credibilità, e il sostegno di molti. Qualcuno l’ha attaccato, qualcuno ne ha capito le debolezze, alcuni poi, tra gli amici più cari (che quando sei uno stilista fra i più amati al mondo possono avere nomi come Kate Moss e Naomi Campbell) lo hanno aiutato a rimettersi in pista in attesa della fine del processo che lo vedeva coinvolto. La condanna - E’ arrivato, dopo mesi d’attesa il momento della sentenza per John Galliano, che, all’inizio dell’anno era finito al centro di un ciclone mediatico a causa di due episodi di aggressione verbale di stampo antisemita inferti nel bel mezzo di un bar parigino tra l’ottobre 2010 e il febbraio 2011 a dei clienti del locale. All’inizio del processo si era parlato di 6 mesi di carcere e di 22.500 euro di multa, ma il pubblico ministero aveva richiesto, per lo stilista britannico che durante il dibattimento aveva ammesso di essere dipendente da alcool, valium e sonniferi, un’ammenda di 10000 euro. Il procedimento, aperto il 22 giugno, si è concluso, come era prevedibile, con una sentenza di colpevolezza. Per Galliano 6000 euro di multa con la condizionale, così ha deciso il tribunale francese, e 1 euro simbolico da pagare alle parti civili oltre alle spese processuali (90 euro). Colpevole e disoccupato - La vicenda che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera fashion industry, gettando nel baratro uno dei gli stilisti più amati degli ultimi decenni e denunciando una tendenza alle dipendenze sempre più frequente –almeno secondo alcuni insiders- tra chi si trova a dover gestire i ritmi allucinanti di diverse collezioni, si conclude ufficialmente, ma John Galliano, che fine farà? Licenziato con effetto immediato dalla maison Dior a poche ore dall’esplosione dello scandalo – e successivamente anche dalla guida stilistica del suo brand- lo stilista si è chiuso in rehab per curare le sue dipendenze evitando di apparire in pubblico se non in rarissime circostanze ( tra le eccezioni il matrimonio dell’amica Kate Moss, che ha indossato un abito bianco realizzato proprio dal designer). Troverà di nuovo spazio tra i grandi nomi della moda? In molti sperano che Dior lo perdoni e gli restituisca la poltrona, ma c’è chi giura che nel futuro della maison ci sia già un nuovo designer. Si tratterebbe di Marc Jacobs, genio americano oggi alla guida di Louis Vuitton. Secondo il WWD, bibbia di settore, il Gruppo LVMH (di cui anche Dior fa parte) sarebbe alle prese, proprio in questi giorni, con la definizione del suo contratto. di Donatella Perrone