E così il Milan inizia la Serie A con il Barcellona in testa

Andrea Tempestini

La distrazione sembra il suggestivo titolo di un ipotetico film che Max Allegri non intende proiettare a Milanello. «Pensiamo solo alla Lazio». Perché oggi si comincia sul serio, i muro contro muro e gli sberleffi da scrivania sono finiti, a San Siro, là dove la maxi-festa di maggio ha celebrato il 18° scudetto, inizia finalmente il nuovo campionato. Ma la testa di qualcuno è già a martedì prossimo, alla Champions, al Nou Camp: al Barcellona.  «Quella di stasera è la partita più difficile che abbiamo da qui a dicembre» ammonisce il mister, quasi facendo proprie le parole che il tecnico biancoceleste Reja riserva alla controparte: «Il Milan ci dirà chi siamo». Vero, così come Allegri vuol capire che diavolo ha fra le mani, «non esito a definire decisiva questa partita, proprio perché è la prima di campionato, e subito dopo avremo il Barcellona e poi il Napoli». L’ossatura non è cambiata di tanto, «io da parte mia mi aspetto di aver imparato qualcosa in un anno di Milan e di metterci subito in carreggiata». C’è da verificare soprattutto se la partenza di Pirlo creerà scompensi di ordine, equilibrio, geometrie. impegno serioBen venga dunque l’imprevedibilità della Lazio di Hernanes, Cissé, Klose, Mauri: è il test perfetto per lavorare in vista di martedì. Perché negli ultimi 20 giorni l’unico impegno agonistico dei rossoneri è stato contro il Como, e con una formazione lontana da quella migliore. Un po’ poco. «Fortunatamente un po’ di nazionali sono andati in giro a giocare e questa è una cosa buona», spiega il tecnico del Milan, immaginando già di buttare nella mischia a centrocampo il neo-arrivo Aquilani (anche se Nocerino ha buone chance), insieme a Gattuso (che in Champions paga la lunga squalifica del dopo Tottenham) e Ambrosini, risparmiando probabilmente Van Bommel in vista dell’euro-impegno. Mentre una prima mossa anti-catalani si traduce nella non convocazione per oggi di Seedorf, Zambrotta (contusione in rifinitura: con Taiwo ko vietato rischiare) e Robinho. Pretattica e precauzione in più per il brasiliano, visto il persistere del problema all’inguine. Titolari ovviamente Pato e Ibra (in forma ma senza gol nei 90 minuti di San Marino-Svezia 0-5), con il pienamente recuperato Boateng alle loro spalle, mentre, sebbene messo in secondo piano, il caso Inzaghi non è ancora del tutto sopito: «Con Pippo ho riparlato il giorno dopo l’ufficializzazione delle liste e gli ho ripetuto ciò che avevo detto al telefono. Sono il primo ad essere dispiaciuto ma ho cercato di scegliere sempre per il bene del Milan». grazie silvioE mentre per Cassano c’è il solito refrain («Mi fa piacere che in questo momento sia già in buone condizioni»), il tecnico toscano riserva parole al miele per Berlusconi: «Sono stati fatti innesti importanti ma sono veramente contento perché in un momento non positivo si potevano anche fare scelte diverse vendendo ad esempio qualche top player. Il nostro presidente e il nostro club non lo hanno fatto». Più matura, «più forte dell’anno scorso», si sente anche la Lazio di Reja: «Abbiamo preso dei giocatori che riteniamo adatti, poi sarà il campo a dirci la verità. Come esordio avrei preferito cominciare dal Chievo all’Olimpico. Questa è una partita che ci può dare delle conferme, ma anche far venire dei dubbi: insomma un test importante». Per gli amanti delle statistiche, c’è un giocatore a caccia di un traguardo prestigioso: Tommaso Rocchi cerca infatti il gol numero 100 con la maglia della Lazio. di Tommaso Lorenzini