I turisti fan fesso il Belpaese: 60 mln di multe non pagate
Bel paese l’Italia se sei un straniero. Cibo ottimo, paesaggi mozzafiato, donne meravigliose e, se ti beccano in contravvenzione, ti fai una risata e strappi la multa. Un’abitudine che costa ai comuni italiani centinaia di milioni di euro. Secondo la Emo (European Municipality Outsourcing), società che gestisce la riscossione di 350 comuni italiani per conto della Nivi srl, negli ultimi quattro anni i turisti hanno evaso multe per oltre 60 milioni di euro, con una percentuale di mancata riscossione del 56 per cento. La colpa (o il merito) è della difficoltà che esiste nella riscossione delle contravvenzioni all’estero, causata molto spesso dall’ostilità di alcuni Paesi comunitari. Sui 27 dell’Unione solo 15-16 forniscono informazioni sui propri cittadini, gli altri fanno finta di niente (Inghilterra in testa) e intanto gli interessi corrono e il conto aumenta. Lo smacco italiano è doppio: da una parte c’è l’infrazione, dall’altra il costo per le casse comunali, che per ogni verbale spendono 25 euro. Cifra da moltiplicare per le 360mila contravvenzioni fatte a turisti sorpresi in fallo. «Negli ultimi quattro anni nelle casse dei comuni che seguiamo sono entrati 45 milioni di euro», racconta Luigi Nicosia, ammistratore unico della società fiorentina Nivi. «Dal primo gennaio di quest’anno ad oggi, siamo arrivati a 11 milioni. Se consideriamo che nel 2010 abbiamo recuperato 14 milioni, possiamo già prevedere che il ricavo sarà raddoppiato rispetto all’anno scorso». Il dato nazionale è sconfortante: solo il 44% paga nell’arco medio di 15 mesi dalla notifica. A Milano e Roma il numero degli evasori sale addirittura al 64%. Basta una regione per fotografare la dimensione del fenomeno. Prendiamo la Toscana. Secondo i dati forniti dalla Emo, i “portoghesi” più ostinati sono gli spagnoli con l’80% di evasione. Subito dopo ci sono, appunto, i portoghesi e i polacchi, con una media di una multa pagata su quattro emesse. A seguire arrivano i romeni, che dall’ingresso in Europa nel 2007 ne fanno praticamente di tutti i colori alla guida senza timore di pagare neppure un centesimo. Per loro, il tasso di evasione è del 70%. Perfino i rigidi tedeschi, perfetti e puntuali in casa propria (guai a sgarrare con loro), da noi evitano le contravvenzioni nel 59% dei casi. I tedeschi, invero, sembra abbiano cominciato una battaglia contro di noi combattuta a colpi di pernacchia a ogni multa presa nel Paese. Tanto che qualche tempo fa l’Automobilclub teutonico ha suggerito ai propri soci di non pagare. «Tanto», hanno detto, «che possono farvi?». La risposta è deludente: nulla. Ma qualcosa, forse, sta cambiando, visto che il problema non riguarda solo noi. Per questo il 2 dicembre dello scorso anno, 27 ministri dei trasporti si sono seduti al tavolo di Bruxelles per definire alcuni punti in tema di sicurezza stradale. Siim Kallas, vicepresidente della Commissione e responsabile per i trasporti, ha dichiarato in proposito: «Le probabilità che un conducente straniero commetta un’infrazione sono tre volte superiori rispetto ad un residente. Molti sembrano ritenere che quando sono all’estero le norme non valgono nei loro confronti». Le statistiche della Ue parlano chiaro: i conducenti stranieri rappresentano il 5% del traffico ma sono responsabili del 15% delle infrazioni commesse. Molte delle quali restano impunite perché risulta impossibile perseguire i responsabili dopo che questi sono tornati nel loro Paese». E dire che, almeno da noi, ai turisti vengono messe a disposizione tutte gli strumenti del caso, con la notifica scritta nella lingua del trasgressore e un server (Emo) dove controllare in maniera semplicissimo lo stato della pratica. Nonostante tutte le premure, le città d’arte finiscono sotto assedio. Questo il quadro nella sola Toscana: a Firenze nel 2010 sono stati emessi 110mila verbali (la maggior parte per intrusione nella Ztl, che costa 76 euro) per un guadagno mancato di sei milioni di euro; a Siena sono state notificate 25mila multe in due anni, con un guadagno di 254mila euro su oltre un milione; a Pisa, dove è attiva la partecipata Sepi, entra nelle casse il 30% delle sanzioni ai turisti, e una briciola del milione di euro che gli spetterebbe. Per risolvere il problema qualcuno suggerisce il “metodo svizzero”: pagamento al momento e se non hai i soldi ti sequestriamo l’auto. Eppure, gli svizzeri, da noi pagano il 51% delle volte. di Salvatore Garzillo