New York ancora nel terrore E spunta la foto-scandalo

Lidia Baratta

Mancano solo due giorni al decimo anniversario dell'11 settembre. E negli Stati Uniti è di nuovo allarme terrorismo. Si tratterebbe di un'autobomba, o forse di un camion esplosivo, pronto a far rivivere a New York e a Washington l'orrore degli attentati alle Torri gemelle e al Pentagono. A lanciare l'allarme sono stati i funzionari dell'amminsitrazione Obama e del ministero per la Sicurezza nazionale. E lo stato di allerta è rimbalzato subito alla Casa Bianca e ai deputati del Congresso. Tanto che nella notte tra giovedì e venerdì il sindaco della Grande Mela, Michael Bloomberg, ha organizzato in gran fretta una conferenza stampa. Almeno per mettere le mani avanti e avvertire cittadini e giornalisti che, se oggi dovessero saltare in aria New York o San Francisco, loro l'avevano detto. Senza rischiare di ripetere gli errori di dieci anni fa. E' stata resa pubblica una fotografia che risale all'11 settembre 2001, ed è divampata la polemica. Il motivo? Ritrae delle persone tranquille, che parlano, sedute in riva al fiume, mentre le torri crollano. Nella visione di Filippo Facci, quelle perosone sono gli italiani, convinti che nulla cambierà. Leggi l'appunto di Facci Cintura d'acciaio - E' stata raddoppiata, quindi, la cosidetta "cintura d'acciaio" per le strade delle città. Più pattuglie, più posti di blocco. E controlli capillari in tutte le stazioni e i luoghi simbolici di New York e Washington. Senza però, ha precisato Bloomberg, "cambiare le nostre abitudini". Perché, se le minacce sono "credibili", ancora "non sono state confermate". Le date per gli attacchi - Dalle informazioni trapelate nel corso della notte, risulta che sarebbero almeno almeno tre le menti di questo nuovo attentato. Uno di loro sarebbe in possesso della cittadinanza americana e gli altri due, con documenti regolari, sarebbero arrivati in America nel mese di agosto. Paese di provenienza: Pakistan. Proprio dove è stato scovato il leader di al Qaeda, Osama bin Laden. Il loro piano sarebbe quello di usare un'autobomba contro Washington o New York. Così come chiedeva bin Laden prima di essere ucciso nel bunker di Abbotabad. Le date indicate per possibili nuovi attentati, in base ai documenti trovati nella sua casa nel corso del blitz dei Navy Seals, erano la festa nazionale del 4 luglio, il decismo anniversario dell'11 settembre o Natale. Il livello del rischio attentati, in una scala da 1 a 10, avrebbe raggiunto quota 5 o 6.  Quei terribili messaggi - Il New York Times, in uno speciale multimediale, ha reso pubbliche per la prima volta le  conversazioni radio delle torri di controllo, ma anche gli audio dei dialoghi tra militari e controllori di volo durante quella giornata infernale. Trapelano anche le parole dei terroristi, tra cui il messaggio di Mohammed Atta, il terrorista egiziano a capo del commando suicida che ha dirottato il volo American Airlines 11, portandolo poi a schiantarsi contro la Torre Nord del World Trade Center. Nè emerge una situazione di totale confusione e panico.  Gli aerei che spariscono dai radar, la hostess Betty Ong che informa la torre di controllo dei dirottamenti e le parole dei terroristi. Fino alla disperazione dei comandi militari che non hanno idea di dove inviare i caccia militari per la difesa, alle 10 e mezza, quando ormai ogni speranza è perduta. Ascolta su Libero Tv: L'audio originale delle conversazioni sugli aerei dell11/o9