Began, Bocchino senza pace "Sms, Italo mi minaccia"

Andrea Tempestini

«Italo Bocchino mi ha minacciata». Minacce via sms, dopo i messaggini da innamorato ormai di dominio pubblico. Italo e Sabina Began travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di Ravello: passione e agopuntura, digiuno e politica. La bella “ape regina”, nata in Germania ma di origini bosniache, ripercorre con Libero la breve storia della sua avventura con il numero due di Futuro e Libertà: «Mi ha abbordato lui. Non mi mollava più. Alla fine l’ho invitato in barca, non è bello ma era super dolce e intelligente». Gli scatti, del resto, ci sono. I messaggi, pubblicati da Vanity Fair, anche. E il finiano si è arrabbiato assai. Non solo ha annunciato querela, ma ha gridato al trappolone, alla macchina del fango messa in moto dagli amici del Cavaliere, fino ad arrivare alle intimidazioni. «Ha detto che va dal giudice per denunciarmi per come ho avuto il passaporto. Pensa che me l’abbia fatto avere il presidente. Faccia pure, sono in regola perché lavoro qui». Nessuno tocchi il presidente Silvio Berlusconi, su questo Sabina non transige. «Lui è un santo, è come uno shamano, è un uomo spirituale e io gli devo tutto. I miei amici lo trovano simpaticissimo, c’è una grande confidenza tra noi, un’amicizia che dura da sette anni», tatuata sul corpo di lei con le iniziali Sb, che non stanno per Sabina Beganovich. «Italo mi ha implorato. Tu che sei la regina, mi diceva, parla con Berlusconi. Penso che fosse disposto a lasciare Fini per tornare con il premier. Poi, però sono uscite le nostre foto ed è diventato un diavolo: “Quello str… di Berlusconi”, urlava. Ho i testimoni, non è stato carino. Ma io ti mangio vivo se parli male del mio presidente». Storia archiviata. Resta in comune l’agopunturista, che Sabina ha presentato sia a Silvio, che a Italo. Pare funzioni.   La Began è finita nelle intercettazioni del caso Tarantini-Lavitola, quando l’imprenditore pugliese, a corto di soldi, si sfoga con il giornalista: «A Sabina ha dato una casa che neanche Onassis, e a me un cazzo».  «Vorrei farvi vedere la mia casa», ci dice lei, «così finalmente c’è la prova che le intercettazioni riportano una realtà distorta».  E se Silvio forse si è fidato troppo di tipi come Giampi e Valterino «è perché lui passava un brutto momento dopo la fine del matrimonio, ma non credo si possa criminalizzarlo. Di sicuro non è un bugiardo come Bocchino». A Mirabello, dove è in corso la festa di Fli, raccontano che appena si è saputo degli sms del numero due del partito, c’è stato il panico: «Ancora Italo, basta». I duri e puri come Fabio Granata, Flavia Perina, Roberto Menia, aspettano da Gianfranco Fini un segnale che, forse, arriverà domenica, quando il presidente della Camera si deciderà a rompere il silenzio. Enzo Raisi, organizzatore della festa tricolore, annuncia lo show delle ballerine di Notre Dame de Paris e, in quanto alle polemiche sulle veline e il latin lover Bocchino: «Hanno scritto che questa festa è un flop, ma io vedo i dibattiti pieni. Qui sono tutti volontari e nel weekend faremo il pieno. Certo, se i giornali parlano solo di miss e di api regine…». Colpa della macchina del fango anche per i ragazzi di Generazione Futuro: Dino, Pierfrancesco, Giuseppe, Davide, Carlo, età media 25 anni, t-shirt blu con le frasi di Cecco Angiolieri simbolo di Mirabello 2011. «Bocchino? È stato un ingenuo con la Began. È cascato nella trappola, ma almeno lei è maggiorenne…». di Brunella Bolloli