Renzi piccona Bersani e il Pd: Fuori idee, non gli striscioni
L'avevamo lasciato che bacchettava il leader del Pd Pierluigi Bersani, e lo ritoviamo intento nella medesima attività. Cambia la scena ma non la sostanza e soprattutto non cambia il protagonista: il sindaco di Firenze Matteo Renzi, il leader dei 'rottamatori' che vogliono una nuova classe politica (e un nuovo Partito Democratico). Se qualche settimana fa strigliava il 'buon vecchio segretario' Pd, intervenendo sul caso Sesto e tangenti rosse di Penati, oggi il bersaglio è lo sciopero Cgil del 6 settembre cui Bersani ha partecipato, come sappiamo, con grande entusiasmo. "Bersani risolva i problemi" - Il trasporto di Bersani non è piacuto affatto al sindaco di Firenze: "Il segretario tiri fuori le idee e non solo gli striscioni" ha commentato in un'intervista ai microfoni di Studio Aperto. "Ho rispetto per chi è sceso in piazza - ha proseguito Renzi - ma credo che il compito dei politici non sia quello di stare in piazza, ma di risolvere i problemi. Io oggi sono stato in riunione di giunta tutto il giorno per risolvere i problemi dei fiorentini". E infatti ieri in piazza, Matteo non è sceso affatto e non vuol sentir polemiche sul caso: "Io mi sono iscritto al Pd, non alla Cgil, fare le manifestazioni è facile, ma ribadisco noi siamo pagati per risolvere i problemi della gente". Come a dire, il rispetto non lo si nega a nessuno, però caro Bersani è tempo di agire non di chiaccherare. Insomma Renzi non ha la minima intenzione di gettar acqua sul fuoco delle polemiche e continua a punzecchiare un certa parte della sinistra da cui vuole prendere le distanze. Uno sciopero contro Berlusconi - Sulla polemica scatenata dallo striscione esposto martedì davanti Palazzo Vecchio, durante la manifestazione, che portava la scritta Il sindaco che la destra ci invidia, Renzi risponde secco. "Avevo capito che era un grande sciopero contro il Governo Berlusconi, credo che la maggior parte di quelli che erano lì abbiano vissuto lo sciopero con questo spirito. Poi se qualcuno si è arrabbiato perché io non ho fatto sciopero è comprensibile fino a un certo punto: credo che sia un dovere da parte di un politico cercare di risolvere i problemi, non solo di fare le manifestazioni. Se è vero - ha continuato - che questa manovra finanziaria, siamo ormai alla quinta versione, è diventata quasi una barzelletta per come è stata costruita, è anche altrettanto vero che un amministratore che il giorno dello sciopero sta a fare il proprio lavoro penso che sia un amministratore che svolge, del tutto coerentemente, il suo lavoro".