Dissidenti come "terroristi" Così la Cina sfrutta l'11/9

Carlotta Addante

Sono 119.044 le persone arrestate per terrorismo dall’11 settembre 2001, 35.117 quelle condannate. Costruito dall’Associated Press, questo bilancio mondiale sui dieci anni di Guerra al Terrore iniziati con gli attentati alle Torri Gemelle non è esaustivo: si riferisce infatti a solo 66 Paesi, perché da altri per una ragione o per l’altra non si è potuto avere cifre. Ma sono i 66 Paesi da cui viene il 70% della popolazione mondiale, e dunque danno statisticamente almeno i due terzi del totale. Probabilmente, anche di più. Ma davvero erano tutti terroristi? In effetti, già il fatto che solo un terzo degli arrestati sia poi stato condannato potrebbe dare un po’ un’idea di caccia all’uomo generalizzata, e spesso isterica. Attenzione: non è stata colpa degli americani. Pur essendo stati le principali vittime dell’offensiva di al Qaeda, gli Stati Uniti hanno contribuito per una quota di condanne che rappresenta poco più del 7% del totale: 2568. Il fatto che questa cifra sia riferita a 2934 inquisiti, pari all’87,52%, spiega poi come negli States si sia colpito relativamente a colpo sicuro. Cioè, in linea generale non si è processato che coloro per i quali c’erano ragionevoli certezze che sarebbero stati condannati. Se no, si è lasciato perdere: prassi generale del sistema giudiziario Usa, come ha mostrato agli europei anche l’evoluzione del caso Strauss-Kahn. Limitandosi ai 200 casi più gravi, infatti, la proporzione di condanne aumenta: 178, pari all’89%. È un po’ il contrario dell’Italia, dove si arresta in via preventiva con la massima facilità, ma poi gran parte dei processi si sgonfiano, e gran parte delle condanne che comunque vengono poi svuotate tra condoni e condizionali. Record turco - Ma quale è stato allora il Paese che ha condannato più terroristi? In realtà, il posto numero uno spetta alla Turchia: 12.897 condanne. E il posto numero due alla Cina: oltre 7000. Data la reputazione dei due Paesi, sembra abbastanza chiaro che sia il governo di Ankara che quello di Pechino hanno usato l’alibi dell’allarme al Qaeda per colpire nel mucchio del dissenso. È vero: dissenso spesso armato in Turchia, dove comunque la guerriglia curda del Pkk è un problema annoso. Mentre in Cina è notorio che vengano considerati «terroristi» anche i seguaci del Dalai Lama e della Falun Gong. Anzi, tecnicamente la legge che punisce «i tre mali» mette sullo stesso piano terrorismo, separatismo e estremismo. Due anni fa l’imprenditore uiguro Dilshat Perhat è stato condannato a cinque anni di carcere per terrorismo, per via di un appello a manifestare contro i cinesi che era stato posto sul suo sito Internet in uiguro: anche se lui lo aveva subito denunciato alla polizia. In dieci anni, al livello mondiale certificato da Ap fa una media di oltre 3500 condanne all’anno, mentre prima dell’11 settembre non oltrepassava l’ordine delle centinaia all’anno. C’è stata sicuramente più attenzione, c’è stato un incremento degli attentati terroristi. Negli stessi Stati Uniti, la cifra è cresciuta in una decade di otto volte. Ma ci sono state anche leggi anti-terrorismo particolarmente restrittive che alcuni Paesi hanno varato dopo l’11 settembre pensando ad avversari diversi da al Qaeda, e che in quel contesto è stato più facile far passare. E non è stato solo subito dopo l’11 settembre. Leggi speciali - In Turchia una nuova legge anti-terrorismo è stata adottata nel 2006. Sono bastate le sue nuove definizioni perché, in un contesto di ordine pubblico non troppo differente, le condanne passassero dalle 273 del 2005 alle 6345 del 2009. Più di recente, l’accusa di contiguità ad al Qaeda è stata utilizzata contro in manifestanti della Primavera Araba, e in Siria e Bahrein gli arrestati durante le proteste sono stati appunto inquisiti in base alle leggi anti-terrorismo. Il caso inverso è quello del Pakistan è un Paese dove talebani e qaedisti impazzano sul serio e le pressioni Usa hanno fatto sì che in base alle nuove leggi anti-terrorismo del 2004 gli arresti siano cresciuti dai 1552 del 2006 ai 12.886 del 2009. Ma poi le condanne sono appena il 10%, e la gran parte della gente che è arrestata viene poi posta in libertà. Il tutto, da confrontare al rigore con cui invece i tribunali pakistani applicano le leggi anti-blasfemia ai cristiani e a altri cittadini non islamici. Quanto all’Europa, il numero più alto di condanne è in Spagna: oltre 140 all’anno. Lì si incrociano infatti i jihadisti con l’Eta, e infatti quando ci furono gli attentati di Madrid all’inizio si attribuì ai separatisti baschi quel che aveva invece fatto al Qaeda. di Maurizio Stefanini