Ipocrisie La pagliacciata democratica è finita Penati sospeso, ma può restare nel partito
Il Partito democratico ha sospeso Filippo Penati dalla Commissione di garanzia del partito presieduta da Luigi Berlinguer. La decisione è stata presa al termine di una lunga riunione, durata circa tre ore, che si è svolta a Roma, e arriva dopo un mese e mezzo da che è deflagrato il caso tangenti rosse, finito sulle prime pagine dei giornali lo scorso 20 luglio. La decisione del Pd è però poco più che simbolica, poiché Penati aveva già deciso di autosospendersi dal partito. Nel corso della riunione di oggi, i garanti hanno deciso di rendere esecutiva la sospensione. "Espulsione non possibile" - Dopo la riunione, Berlinguer ha commentato: "La sospensione di Penati dal Pd è una misura molto severea". L'espulsione, ha continuato il presidente della commissione di Garanzia, non era possibile in baso allo statuto. Si è però deciso di escludere temporaneamente Penati dalla lista degli iscritti. "Non vogliamo eludere la magistratura - ha proseguito Berlinguer -, fino alla sentenza non c'è un colpevole, ma Penati ora non ha tessera e non può svolgere attività di partito, anche se questa è una misura temporanea". L'ex ministro ha concluso sottolineando che "c'è bisogno di rigore". Penati: "Voglio difendermi al meglio" - Il diretto interessato, Filippo Penati, ha commentato: "Ho fatto tutti i passi indietro doverosi, necessari a scindere nettamente la mia vicenda da quella del Pd, compresa l'autosospensione e questo senza attendere la decisione del partito, questo per potermi difendere meglio ed evitare problemi e imbarazzi al Pd stesso. Ribadisco che sono estraneo ai fatti che mi sono contestati e sono certo che il corso della giustizia lo dimostrerà". Così in una nota l'ex presidente della Provincia di Milano. Cicchitto: "In ballo c'è l'eredità del Pci" - Un duro commento alla notizia della sospensione è arrivato dal presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che ha sottolineato come i dirigenti del Pd "non possono giocare con le parole e anche con la realtà. Sul piano politico quello che interessa davvero non è la vicenda personale di Penati. Infatti in tutto questo da parte del Partito Democratico c'è una esercitazione giustizialista ad personam per far dimenticare ben altro, cioè il partito o una tendenza di esso. Infatti la questione fondamentale riguarda il fatto che chiaramente in ballo c'èl'eredità del sistema di potere insieme politico-economico-finanziario che deriva dal Pci, che non è stato colpito da Mani Pulite e che è stato ereditato dal Pds e da esso passato alla corrente post-comunista del Pd". Cicchitto ha poi ribadito: "Quindi in ballo non c'è una persona ma una forte area politica. Del resto solo un potente gruppo politico in sè coordinato poteva mettere in piedi l’operazione Serravalle che ha coinvolto la provincia di Genova e poi quella di Milano, e infine il cospicuo investimento di Gavio nel tentativo di scalata dell’Unipol alla Bnl, operazione che indirettamente ha coinvolto e interessato i vertici nazionali dei Ds. Allora oggi i dirigenti del Pd non possono pensare di cavarsela facendo fare a Penati il capro espiatorio, quasi che tutto quello che sta emergendo sia solo frutto della responsabilità individuale di una mela marcia". La delibera del Pd - La Commissione nazionale di Garanzia, si legge nella delibera diffusa dopo la riunione di oltre tre ore, ha ricordato le "dimissioni di Filippo Penati dalla carica di vicepresidente del Consiglio regionale Lombardo, dal gruppo consiliare del Pd lombardo, nonchè contestualmente da ogni organismo del partito", la "relativa autosospensione dal Pd da parte di Filippo Penati e la conseguente presa d’atto della Commissione di Garanzia di Milano" e rilevato "negli atti citati la conformità alle norme dello Statuto e del Codice etico, norme che costituiscono strumenti ed esempio di particolare rigore nella vita del Pd". Su queste basi, "Filippo Penati, ai sensi dell’art.10 del Regolamento delle Commissioni di Garanzia, è sospeso dal Pd, fino al completo positivo chiarimento della propria posizione giudiziaria" e la commissione ha ha disposto "nelle more del procedimento l’esclusione dall’elenco degli iscritti".