Tanti azzardi, poche certezze: calcio italiano scordi l'Europa
L’estate scorsa, in extremis, Ibra e Robinho al Milan, ieri Zarate all’Inter e Nocerino da Allegri: la crisi si riconosce anche dai particolari. Chiuso il mercato più confuso e disperante della nostra storia recente (non siamo stati capaci di trattenere Eto’o, Sanchez e Pastore, l’alta qualità), possiamo trarre alcune conclusioni: sono mancati i soldi ma anche le intuizioni di dirigenti sicuri di sé al punto da riuscire a sviluppare programmi comprensibili. Soltanto Napoli e Lazio si sono mosse con lucidità, partendo da un progetto abbastanza simile e condiviso dall’allenatore. E proprio da loro comincio. Ritrovata la Champions, il Napoli ha aggiunto tre titolari (Inler, Britos, Dzemaili) e arricchito sensibilmente il gruppo con Donadel, Fernandez, Fideleff, Chavez, Rosati, Santana e Pandev; de Laurentiis ha trattenuto Hamsik e mancato un solo obiettivo, Criscito. Per la prima volta Mazzarri lavora con 18 prime scelte: se non gli scende la catena, si diverte. Lotito ha dato carta bianca a Reja e alzato i valori non solo salariali della Lazio. L’estate scorsa era stato Hernanes, stavolta sono arrivati cinque titolari, tra effettivi e potenziali, tutti con ottime esperienze internazionali: Klose, Cissé, Cana, Konko e Marchetti. Risolto con soddisfazione di tutti, tifoseria esclusa, il caso Zarate. L’altra metà di Roma, quella de-sensi(bili)zzata, ha già individuato nel tecnico la principale incognita: Luis Enrique è giovane, esordiente, spagnolo e presuntuoso. Sabatini sa però “riconoscere” il talento: intriganti gli acquisti di Stekelenburg, Bojan, Lamela, Pjanic, Gago e Osvaldo - dubbi su Kjaer. Le difficoltà hanno più di un nome: Totti, De Rossi, Pizarro, Borriello. Di buono c’è che i quattro possono cambiare anche in positivo la stagione. La Juve, ora. Cavalcando l’orgoglio e la rabbia, riparte di nuovo da zero. Complicatissima la ri-rifondazione. Buffon, Chiellini, Marchisio e Matri i quattro superstiti - nell’undici base - della disavventura Delneri. Pirlo e Vucinic i top player da inserire in un impianto in grado di valorizzarli; Vidal, Giaccherini e Lichtsteiner le soluzioni utili, Elia il punto interrogativo, Estigarribia una variazione sul tema di Conte - Krasic in crisi di fiducia. Attenzione a Del Piero, come sempre: entra, segna, seduce la gente e la stampa scombinando i piani. Il Milan ha confermato la squadra scudetto e, con essa, la ridotta operatività (no more money). Un titolare, Taiwo, e quattro riserve, tutti nazionali sottolineerà Galliani: Mexès, Aquilani, Nocerino e El Shaarawy. A differenza della stagione scorsa, in Europa potrà utilizzare anche Van Bommel, Cassano e Emanuelsson, ma parte svantaggiatissima rispetto alle grandi avversarie di Champions. Decisamente “riformata” l’Inter: nuovo l’allenatore e nuovo il disegno tattico. Entrambi più che discussi. Zarate e Forlan non valgono Eto’o, Cambiasso e Zanetti sono ancora insostituibili, Motta è in discussione, Milito, Pazzini e Sneijder in agitazione. Un’Inter indebolita, per ora indecifrabile, poco fluida. L’Udinese ha stravenduto Sanchez, Inler e Zapata per oltre 60 milioni e ne ha investiti 25 sui giovani Doubai, Pereyra, Torje, Neuton, Sissoko. La Fiorentina si è limitata a Cassani, Lazzari e Munari che possono fare cose interessanti, Montolivo è rimasto, Silva deve fare da stimolo per la prima punta, e poi c’è il ritorno di Jovetic. Si attende il lancio definitivo di Nastasic. Volubile ma pieno di iniziative, Zamparini ha “dovuto” vendere Pastore e cambiare integralmente la difesa. Molto movimento anche in entrata: Zahavi, Labrin, Milanovic, Pisano, Simon, Tzorvas, Aguirregaray, Cetto, Silvestre... Portato via Ficcadenti proprio al Palermo (Zampa lo voleva al posto di Pioli), Cellino ha invece cambiato poco. Ibarbo è bravo, Thiago Ribeiro da seguire. Partecipano a un altro torneo Chievo (Bradley, reduce da una stagione poco brillante in Inghilterra e obiettivo del Bologna nelle settimane di Bagni e messaggi di Guaraldi ha i numeri giusti per dare un senso compiuto alla manovra di Di Carlo), Genoa (Frey, Constant, Pratto, Caracciolo e insomma una serie infinita di novità nelle mani di Malesani), Bologna (indebolita la difesa, arricchito l’attacco, inalterato il valore del centrocampo), Catania, Cagliari, Lecce, Parma, Siena, Novara, Cesena e Atalanta, penalizzata e soprattutto attenta a registrare i progressi di Moralez. PS. Fabregas, Aguero, Nasri, Sanchez, Sahin, Gervinho, Welbeck, Savic, De Gea, Young, Santos: questi se li sono pappati gli altri. di Ivan Zazzaroni