Travaglio vuole il teletribuno Il 'Fatto' si spacca su Santoro
A parole sono tutti d’accordo. Nei fatti un po’meno. Perché mettersi in casa Michele Santoro, nonostante le insistenti rassicurazioni di Marco Travaglio, rischia di creare più danni che benefici. E così al Fatto Quotidiano, il giornale diretto da Antonio Padellaro, il braccio di ferro su «Michele sì, Michele no» è in pieno svolgimento. Da una parte, guidati da un Travaglio determinato come un templare alle crociate, ci sono i sostenitori del progetto che vuole Santoro alla guida della web tv del quotidiano. Michele chi?, oltre ad andare in onda con qualcosa che assomiglia molto ad Annozero, nel disegno di Travaglio, sarebbe anche il pilota dell’intera operazione, che punta a trasmettere il prodotto anche sulle tv locali associate. Insomma, il Fatto, alla fine, ci mette il proprio brand, mentre Santoro la faccia. Con Travaglio si sarebbe schierata una parte della redazione, pronta a raccogliere tutte le sfide. A frenare, invece, sarebbe il direttore del quotidiano. Padellaro non sarebbe affatto convinto della necessità di dare le chiavi di casa a Santoro, con il rischio, tutt’altro che remoto, di far sballare i conti. Ufficialmente il Fatto si sarebbe impegnato a sostenere il progetto di Santoro con un contributo di 250mila euro. Tanti, se non addirittura troppi, per coloro che si sono schierati con il direttore del giornale, convinti che quei soldi finirebbero per essere sottratti al prodotto cartaceo. Perplessità, almeno in parte, condivise anche dall’editore del Fatto Giorgio Poidomani, attento tanto ai conti quanto ai nuovi investimenti. E poi c’è Luca Telese, firma di punta del quotidiano e volto de La7. Il conduttore sarebbe nettamente contrario all’ingresso di Santoro nella web tv del giornale, convinto com’è che le risorse interne, a partire da lui, sono ampiamente sufficienti. Alla tre giorni della Versiliana, dove il Fatto si festeggia per il secondo anno, non saranno tutte rose e fiori. di Enrico Paoli