"Gheddafi stuprava le amazzoni" Spunta un'altra passione: la Albright
"Noi ragazze più giovani eravamo usate come giocattoli. Prima andavamo da Muammar Gheddafi, poi lui ci passava agli altri. Si divertivano poi si stancavano e ci buttavano via". Continua un'altra: "Avevano catturato mio fratello. La polizia segreta lo accusava di avere con sè della droga. Lo avrebbero imprigionato per anni se non avessi acconsentito". Acconsentire a cosa? La ragazza spiega di essere stata ricattata dal regime e costretta con la forza a servire tra le le amazzoni. Racconta che una volta entrata tra le milizie del gruppo d'elitè di Gheddafi, sarebbe stata costretta a soggiacere prima ai desideri del Colonnello, quindi dei figli e degli ufficiali più alti. Sono solo alcune delle testimonianze raccolte da almeno cinque tra le 'amazzoni' di Gheddafi che denunciano di essere state ripetutamente violentate dal dittatore e dal suo entourage. Denuncia ma cautela - La denuncia è stata riportata sul Sunday Times e arriva dalla psicologa Seham Sergewa, già nota per le ricerche sugli stupri di massa nella ex Jugoslavia degli anni '90. La Sergewa si trova ora a Bengasi e sostiene di esserersi resa progressivamente conto della gravità delle violenze sulle donne. La psicologa infatti afferma di avere le testimonianze di almeno cinque donne, guardie del corpo del dittatore, che descrivono dettagliatamente gli abusi e si dicono pronte a parlare in tribunale. Si pensa che in tutto le donne guerriere fossero circa 400. La cautela però è doverosa poichè in questo momento sono molti coloro che, pur essendo stati tra i più stretti collaboratori del regime, ora cercano di sconfessare il loro recente passato. Tutti con storie più o meno dettagliate e fantasiose raccontano di come in realtà siano sempre stati anti-regime. L'amore per Albright - Intanto continuano a diffondersi nomi delle ipotetiche muse del raìs. Dopo Condoleeza Rice di cui è stato trovato un album fotografico nel bunker del Colonnello con tanto di dedica omaggio, "mia cara donna nera africana", ora è il turno di Madeleine Albright. La storia risale a metà anni '90 quando il Raìs confidò all'inviata del Times, Marie Colvin, di avere una 'cotta' per Madeleine Albright. Al termine di un'intervista un decennio dopo i bombardamenti americani su Tripoli e Bengasi, Gheddafi disse alla Colvin che 'amava' Madeleine, al tempo segretario di Stato di Bill Clinton. Ne guardava ogni apparizione in tv e a volte si lamentava se le inquadrature non erano a tutto campo.