Irene, 3 morti nel N. Carolina New York: città fantasma
Un uomo è stato ucciso da un albero che si è abbattuto sulla sua auto, sradicato dalla forza dei venti che soffiano a 140 km/h, mentre un altro è stato vittima di un infarto mentre stava montando dei pannelli di legno a protezioni alle finestre della sua casa. Non confermata la terza vittima. Lo riferisce Tom Mather della protezione civile locale. Sono le prime vittime di Irene, il ciclone che sta giungendo proprio in queste ore sulle coste del North Carolina, creando il panico negli Stati Uniti. Città fantasma - L'uragano Irene ha messo in allarme tutta la costa orientale degli Stati Uniti. Nell'arco di poche ore New York, la più grande metropoli Usa, è diventata una città fantasma: i negozi e le attività commerciali stanno chiudendo, per riaprire a tempesta passata, si spera lunedì mattina; i trasporti bloccati da mezzogiorno, ora locale (le 18 in Italia) hanno paralizzato9to il traffico e sono previsti possibili blackout generali che potrebbero spegnere interi palazzi e bloccare tutti i servizi. E' per questo che il sindaco Michael Bloomberg insiste sul fatto che coloro che devono trasferirsi "lo devono fare subito, adesso, e non indugiare oltre". "E' folle - ha ripetuto il primo cittadino di New York - rimanere in un'area a rischio. Ora piove, sono solo alcune gocce, ma l'uragano non deve essere preso alla leggera, questo è solo l'inizio e resta una minaccia per la vita delle persone. Ignorare l'ordine di evacuazione - ribadisce - sarebbe una follia pericolosa". D'altronde, la città appare confusa e disorientata, perchè un ordine di evacuazione di questa portata non si registrava da tempo. La corsa di Irene - Lo stato d'emergenza riguarda la fascia di costa che va dalle due Caroline al confine con il Canada. L'occhio del ciclone ha raggiunto la costa Usa, alle 13.30, ora italiana, a Cape Lookout, nella North Carolina, e sta salendo adesso verso le coste del New England, dove è atteso per sabato sera, o, al più tardi, domenica mattina. Nelle due Caroline, in Virginia, l'uragano si è scaricato con venti di 140 km orari e con piogge battenti, che hanno causato allagamenti, caduta di alberi e delle reti elettriche, lasciando senza corrente centinaia di migliaia di persone. Ingenti i danni alle colture e agli allevamenti di animali. Oltre un milione di persone è stato evacuato per evitare danni maggiori. Le aerolinee hanno dovuto cancellare circa 7 mila voli nell’arco del fine settimana e i tre grandi aeroporti di New York dovranno chiudere a mezzogiorno, ora locale. Declassato - Intanto il centro nazionale uragani Usa ha declassato Irene a categoria 1, che prevede venti inferiori ai 145 km all'ora. Nella sua corsa verso Nord lungo la East Coast degli Stati Uniti, l'uragano, infatti, ha perso forza. Ciò non è però sufficiente per far rientrare l'allarme a New York. Mentre Alitalia ha cancellato i voli da e per la Grande Mela di sabato e domenica e per Boston di domenica, il presidente americano Barack Obama ha già avvertito i cittadini di "tenersi pronti al peggio". Da leggere: evacuazione obbligatoria per 300mila persone nelle zone costiere, generi di prima necessità andati a ruba nei supermercati e, per chi resta, lunga e paziente attesa asserragliato in casa, visto che Irene non lascerà i celi di New York prima di 21-24 ore. L'allerta, però, non riguarda solo la metropoli (su cui non si abbatte un uragano dal 1985). Obama ha dichiarato lo stato di emergenza anche per lo stato di New York. Con questo sono 10 gli stati della East Coast, per un totale di 65 milioni di abitanti, che potranno usufruire di aiuti federali in caso di catastrofe. Nel suo passaggio verso Nord, l'uragano definito "pericoloso" dallo stesso presidente Usa è atteso per oggi in North Carolina, quindi New York e Long Island domani. Oltre a New York e North Carolina lo stato di emergenza riguarda Virginia, Maryland, Delaware, Pennsylvania, New Jersey, Connecticut, Massachusetts e Maine.