I ribelli conquistano Tripoli Pentagono: Raìs è nel Paese
L'inesorabile avanzata dei ribelli inziata domenica pomeriggio, nell'arco di poche ore, ha quasi sgretolato il regime di Muammar Gheddafi proprio pochi giorni prima dal 42esimo anniversario della rivoluzione, che cade il primo di settembre. I ribelli hanno preso quasi completamente il controllo di Tripoli. Secondo le ultime informazioni la guardia lealsita è stata erosa minuto dopo minuto, fino a che gli insorti sono arrivati a controllare maggior parte della capitale, eccetto il bunker del Colonnello e alcune aree della città. Nel pomeriggio di lunedì, dopo aver preso il controllo della televisione di Stato, gli insorti hanno puntualizzato: "Non tutta la capitale è sotto il nostro controllo". Successivamente l'agenzia d'informazione Dpa ha riportato le parole dei ribelli, che assicurano di prendere il controllo della città entro 15 ore. Nel frattempo, la rappresaglia delle forze lealiste si è fatta sempre più violenta e indiscriminata: i cecchini di Gheddafi sparano nel mucchio, e sono stati uccisi anche due bambini tra i 5-6 anni che sventolavano insieme ai loro padri la bandiera dei ribelli. L'offensiva finale degli insorti è stata supportata dalla Nato, che ne ha appoggiato l'avanzata con più di 40 raid negli ultimi due giorni. Assedio al bunker e mistero sul Raìs - Dal compound del Raìs lunedì mattina è stato visto uscire un tank: è mistero sulle sorti di Gheddafi, che potrebbe essere fuggito a bordo del carro armato. L'emittente al Jazeera aveva detto che Muammar Gheddafi era scappato in Tunisia, ma le informazioni sul Colonnello sono confuse e contraddittorie. Gli stessi ribelli, tramite il loro leader, Moahmed Abdel Jalil, che ha indetto una conferenza stampa a Bengasi, hanno spiegato: "Non sappiamo dove sia il Colonnello, se è ancora in Libia o se è riuscito a uscire dal Paese". Jalil ha poi aggiunto: "Lo prenderemo vivo". Successivamente il Pentagono ha annunciato di ritenere che "Gheddafi è ancora in Libia", una voce ripresa e confermata dalla Casa Bianca, che ha spiegato di "non avere alcuna prova del fatto che il Colonnello abbia lasciato Tripoli. Questa è la più accurata informazione che abbiamo". Per il Times, infine, il Raìs starebbe negoziando con il Sudafrica un'uscita dietro le quinte, che magari abbia come destinazione finale il Venezuela dell'amico Chavez. Nel frattempo gli insorti, nel pomeriggio di lunedì, si preparavano all'assalto finale al bunker del Colonnello. All'ultimo checkpoint a nord del complesso numerosi ribelli si erano accampati un parco, e riposavano nell'attesa dell'attacco. Giubilo a Tripoli - A Tripoli è già festa: la folla si è riversata in strada per festeggiare la liberazione già da domenica sera. Poco dopo le 22, nella piazza Verde, simbolo del regime, si sono viste scene di tripudio e si sono uditi spari di gioia. Diverse bandiere libiche sono state ammainate. Lunedì mattina un auto-colonna di camion e furgoni, armati di lanciarazzi e con a bordo centinaia di ribelli, ha attraversato le strade della Capitale per riversarsi nella centarlissima Piazza Verde. La folla ha deciso di cambiare nome alla spianata, che d'pra in poi sarà chiamata Piazza dei Martiri. Catturati i figli - Nel corso della notte, attorno all'una, era stato annunciato l'arresto di Gheddafi, notizie però poi smentite dalla corte penale dell'Aja. Informazioni certe, al contrario, sono arrivate sul conto dei figli del Rais: Saif al-Isalm è stato catturato, ha riferito al Jazeera. Inizialmente si pensava che fosse stato preso dai ribelli anche Mohammed Gheddafi, il figlio maggiore del Colonnello: era stato riferito che fosse stato catturato all'interno della sua abitazione. Il blitz dei ribelli era iniziato mentre Mohammed era collegato in diretta tv con l'emittente di Stato (nel momento in cui si sono uditi i primi spari, però, il collegamento è saltato). Si è invece poi appreso che Moahmmed sarebbe riuscito a scappare grazie all'intervento di alcuni combattenti lealisti. Il terzogenito del Raìs, Saadi, più celebre in Italia perché provò una carriera in Serie A vestendo anche la maglia del Perugia di Gaucci, è stato catturato: l'annuncio è stato dato dal portavoce del Cnt, Abubakar Traboulsi. Khamis a capo dei lealisti - Resta in libertà invece Khamis, ultimogenito di Gheddafi, che sarebbe a capo delle ultime truppe lealiste presenti a Tripoli: la notizia è stata riferita dall'emittente al-Arabiya, che ha citato fonti dei ribelli. Nel dettaglio Khamis guiderebbe gli uomini della 32esima brigata e delle forze speciali, che si avvalgono anche di alcuni carri armati. Più di 1.300 morti - Nelle ultime ore d'agonia, il regime continua a giurare di non volersi arrendere. "Tripoli è ben protetta, abbiamo migliaia di buoni soldati pronti a difenderla da questi ribelli sostenuti dalla Nato", ha spiegato Ibrahim Moussa, portavoce dei lealisti. Poi ha puntato il dito contro gli oppositori, accusati di fare "esecuzioni, saccheggi, stupri e torture". Nonostante i proclama, anche la Guardia presidenziale però si è dovuta arrendere quando ha constatato che ogni difesa era vana. Secondo le stime di Moussa, da domenica pomeriggio sarebbero morte oltre 1.300 persone negli scontri, mentre i feriti sarebbero più di 5mila. Ritorna connessione internet - Per la prima volta dall'inizio della rivolta in Libia, da metà febbraio, è tornata disponsibile a tutti i residenti di Tripoli la connessione internet. La notizia è stata riferita dagli stessi abitanti della capitale: "L'Adsl funziona di nuovo in tutto il quartiere", ha spiegato un abitante dell'est di Tripoli. Il ritorno della connessione, avvenuto nella notte tra domenica e lunedì, è stato confermato anche da altri due residenti di due differenti quartieri. Non è ancora stato possibile determinare perché e da chi internet sia stato ripristinato: web ed sms erano stati disattivati dal regime.