Parassiti La Sicilia detiene il record di sprechi: commissariamo l'amministrazione dell'isola
Bisognerebbe prendere la Sicilia, commissariarla all’istante e cambiare la Costituzione per normalizzare la sua amministrazione parassita: altro che il ricorso presentato da un gruppo di consiglieri siciliani (capofila il sindaco di Messina, vedi articolo) che mirano a mantenere il doppio stipendio alla faccia di una sentenza della Consulta e soprattutto alla faccia nostra, che non possiamo neppure linciarli: in luglio l’assemblea siciliana si è assicurata contro il «rischio insurrezione» («tumulti e aggressioni», polizza estesa ai familiari) e hanno fatto bene, visti gli incredibili privilegi di cui godono: dai pranzi a 9 euro al «contributo sepoltura» di 5mila euro in caso di morte (tutto vero) e questo da parte di una classe dirigente che costa 496.400 euro annui a consigliere (più dei parlamentari di Montecitorio) quando i consiglieri sono 90 perché rifiutano di ridurli. Aggiungi 20mila dipendenti strapagati (1,7 miliardi annui, quasi come tutte le altre regioni messe insieme) che vanno in pensione prima degli altri e che costano 349 euro annui a cittadino, quasi venti volte il costo di un dipendente lombardo. Dimenticavamo il record nazionale di consulenze e auto blu. Dimenticavamo i 1428 dirigenti che secondo la Corte dei Conti sono in sovrannumero rispetto alla legge. Dimenticavamo ogni volta, il problema è questo. Dalla casta siciliana a quella dei due rami del Parlamento. Gianluigi Paragone spiega che "l'esecutivo ha annunciato la sforbiciata delle poltrone, ma finché i provvedimenti non diventano realtà c'è ragione di dubitarne". Inoltre, lo spettacolo desolante di Palazzo Madama animato dalla pochezza di undici senatori (gli onorevoli hanno provato a giustificarsi: "Era una seduta di poco conto...") dimostra soltanto una cosa: poiché i parlamentari non lavorano tanto vale dimezzarli. Leggi il commento di Paragone.