Fenomeno della Tangoterapia: aiuta a battere l'insicurezza
Ballare per divertimento, per mantenersi in forma o per sedurre. Ma anche per migliorare la propria psicologia. C’è tutto questo e molto altro nel tango, la leggendaria danza argentina che già nei primi del ’900 era la valvola di sfogo preferita dagli immigrati europei nei sobborghi di Buenos Aires. Si ballava nelle fumose “milonghe”, di notte, dopo una giornata di lavoro, per scaricare lo stress e ritrovare il senso di appartenenza in una terra lontana, per lingua e tradizioni, da quella natia. Una moda che negli ultimi anni è ritornata misteriosamente in auge, soppiantando le ancheggianti coreografie di salsa e merengue con l’eleganza di una rosa fra le labbra. Ora, dai passi del tango, arriva in Italia un metodo terapeutico che da questa danza prende il nome. Si chiama “tangoterapia” ed unisce il movimento aerobico alla cura del corpo e della mente. «Melodie, passi e improvvisazione aiutano a rimettere in equilibrio le parti maschili e femminili presenti in ognuno di noi», spiega Massimo Habib, counselor della terapia olistica e fondatore del primo centro di tangoterapia in Italia. «Nel tango i ruoli sono ben definiti: l’uomo guida i passi, rassicurando la compagna con la sua determinazione. La donna, invece, si affida alle sue braccia e si lascia “portare” dal partner. Durante i miei seminari, però, i ruoli si invertono: la donna assume l’autorevolezza della guida, mentre l’uomo sperimenta la delicatezza e il riposo dell’essere portato». I partecipanti - la maggior parte tra i 30 ai 50 anni - «prendono consapevolezza di sé e imparano a usare la parte femminile e quella maschile a seconda delle situazione». Lavorare sui ruoli, quindi. E lasciarsi coinvolgere in un’ «esperienza piacevole e sensuale», ma anche divertente. «Per partecipare non è necessario essere dei ballerini allenati. Basta solo un po’ di voglia di mettersi in gioco». Via libera quindi a giravolte, casqué, ma anche abbracci, sguardi e meditazione. «Ognuno di noi ha delle difficoltà relazionali latenti, insicurezze o soltanto turbamenti», assicura il maestro, «la tangoterapia aiuta a sbloccare la parte più interiore della nostra mente e, in alcuni casi, a prendere delle decisioni difficili, o di cui abbiamo paura». Ma il tango non dà solo effetti benefici sulla psicologia e sulla vita di coppia. «Alcuni studi condotti da ricercatori inglesi e statunitensi dimostrano che questa danza ha un effetto positivo sui malati di Parkinson e sulle depressioni border line», chiarisce Habib, «applicazioni che stanno prendendo piede soprattutto in America latina, dove il tango assume connotazioni terapeutiche». In Italia, invece, la tangoterapia è aperta a tutti, con corsi base e seminari tematici. Qualche esempio? I percorsi di “seduzione” che aiutano a riscoprire la sensibilità erotica, ma anche ad aumentare le capacità di convincimento e persuasione, o quelli di “fiducia” che insegnano ad essere più sicuri di sé, ma anche a fidarsi degli altri. Ma il ballo può diventare anche uno strumento di lavoro grazie ai seminari di “leadership tango”, dove gli schemi del ballo argentino diventano l’emblema dei rapporti fra datore di lavoro e dipendenti. «Dai suoi effetti si capisce che il tango è una terapia a 360 gradi», dice Habib. Ma soprattutto un metodo affascinante per divertirsi e combattere lo stress: «Sono molte le persone che negli ultimi anni hanno abbandonato le discoteche per le più eleganti tanguere», le piste da ballo esclusive per i ballerini di tango che quest’estate hanno invaso le piazze di Roma. L’appuntamento fisso è sotto i portici di piazza Augusto Imperatore, dietro via del Corso, o al Roma Village nella zona di Caracalla. Ma anche a Milano, dove negli ultimi mesi, spopolano le serate del “tango illegal”, organizzate in piazza Affari. Raduni spontanei, pubblicizzati liberamente con e-mail e sms, che durano fino alle due di notte. E che ospitano gratuitamente ballerini di tutte le età. Ragazze ventenni attratte dalle luci soffuse e dai ritmi decisi, ma anche coppie di pensionati, ballerini esperti di una danza che non passa mai di moda. di Linda Stroppa