Londra chiama il supersbirro: spazzò via le gang newyorkesi
Bill Bratton non è un calciatore, di quelli che i club si disputano a suon di miliardi. Per averlo, però, David Cameron ha indossato panni e determinazione di un allenatore della Premiere League - la Serie A britannica - pur di vincere la partita con le gang che hanno devastato Londra e altre città del Regno Unito. Bill Bratton, infatti, è l’uomo che, a capo della polizia di Boston e poi di Los Angeles e di New York, riuscì a ridurre al minimo la pressione criminale in queste tre gradi città americane. Un lungo incarico - Il premier britannico lo ha assunto come consulente di Scotland Yard, tanto per chiarire il livello di fiducia riposto da Cameron nei bobbies e nello stesso Tim Godwin, che li comanda da quando Paul Stephenson e John Yates si dimisero dagli incarichi, rispettivamente, di capo e vicecapo della polizia metropolitana nel pieno dello scandalo delle intercettazioni. L'incarico di Bratton a Londra durerà a lungo, ma difficilmente il superpoliziotto diventerà il capo di Scotland Yard, come Cameron avrebbe voluto. Prima di ogni cosa, quel posto può essere ricoperto solo da un cittadino britannico. La clausola potrebbe essere rimossa, afferma il quotidiano The Guardian, e Bratton potrebbe ottenere un permesso di soggiorno illimitato, ma Cameron, che aveva già pensato a Bratton quando lo scandalo di News of the World decapitò Scotland Yard, dovrebbe a quel punto andare contro se stesso visto che ha spesso affermato di voler ridurre fortemente questo genere di permessi di soggiorno, nell’ambito di una stretta sull'immigrazione. Resta, dunque, la scappatoia della consulenza, per la quale non è stato ancora annunciato il compenso. Il 'giustiziere' delle gang - A convincere Cameron delle capacità di Bratton è stata certo la sua fama, che il premier britannico brandirà come arma demagogica, ma anche la formula con cui il superpoliziotto, 63 anni e oggi a capo dell’azienda privata Kroll che si occupa di sicurezza, ha prima sconfitto la potenza delle gang a Boston agli inizi degli anni '90, spingendo Bill Clinton a parlare di "miracolo Boston", e poi ne ha ridotto le ambizioni a Los Angeles, in cui il numero di omicidi calò del 24% a partire dal 2002, quando assunse l’incarico, e per i sei anni successivi. Il modello è sembrato funzionare, ma non agli occhi degli odiati (da Bratton) opinionisti liberal, che hanno sempre mal sopportato la spregiudicatezza del superpoliziotto e che certo trovarono una ragione nella frase con cui il poliziotto reagì alla morte di due adolescenti, che si erano andati a schiantare con l’auto dopo che la polizia gli aveva sparato contro: "Controllate i vostri ragazzi", rispose gelidamente alle proteste della famiglia e degli amici dei giovani uccisi. "Tolleranza zero" - A New York, dal 1993 al 1996, applicò la stessa formula, che prese il nome di "tolleranza zero" mentre sindaco era Rudolph Giuliani. Tracciabilità digitale dei criminali e dei reati e cooperazione con l’amministrazione comunale sono la sua formula: i suoi agenti ripulivano le strade dalla criminalità spicciola, poi, su sua pressione, il sindaco premeva sui giudici perché accelerassero l’incriminazione dei fermati, messi così in condizione di non nuocere e soprattutto di non commettere reati ancora più gravi. L’obiettivo era impedire che i giovani, arrestati per reati minori, si unissero alle gang e cominciassero una carriera da boss. Il comune, intanto, avrebbe dovuto fornire servizi di assistenza nelle aree di provenienza dei giovani e la polizia avrebbe costruito un rapporto con i quartieri che tenesse conto della crescita multirazziale.