Nuovo tecnico della Pellegrini "Federica non mi lascerà"
Federico Bonifacenti, 72 anni il prossimo mese, è il nuovo allenatore di Federica Pellegrini: nato a Tripoli da genitori toscani, ha tre nipoti (Francesco, Chiara e Matteo) e anagraficamente potrebbe essere il nonno anche della campionessa. È il quinto tecnico di Fede in cinque anni, perché li alterna continuamente? "Dopo la morte di Castagnetti si era vista perduta, poi ha dimostrato di andare forte lo stesso. Spero che non cambi più e vinca due medaglie alle Olimpiadi. Non ha sbagliato un colpo, va bene così". Non è troppo anziano per una responsabilità del genere? "Il presidente della Repubblica è molto più vecchio di me e guida un Paese intero". Negli anni '80 allenava Roberta Felotti, tuttora Emiliano Brembilla, che però ha fallito il minimo per i Mondiali. "È dal '70 che faccio questo lavoro". Federica nuoterà anche a Roma, con Filippo Magnini? "Lui ha la sua squadra e il tecnico Claudio Rossetto, che cura solo i velocisti. Le differenze di allenamento sono notevoli. Peraltro sono previsti molti collegiali, li incentiviamo". Mercoledì sera era a cena con la campionessa, come vive senza Luca Marin? "Molto più serena, da 23enne. Si era messa in una situazione particolare, nell’avventura di Parigi, trascorrendo giorno e notte con il fidanzato. Un legame troppo stretto per ragazzi tanto giovani. Ora ha scoperto che può anche divertirsi, come i coetanei". L'ex compagno continuerà con Philippe Lucas? "Deve decidere se tornare a Parigi o rimanere a Roma. Adesso è a casa, a Vittoria, in Sicilia". Con Magnini il legame di Federica è già stabile? "Non lo so, sono cose loro, argomenti che non mi toccano. Sono amici di vecchia data, idem con Brembilla. Si sono verificate una serie di concomitanze, se le cose stanno così". Quale ricetta le proporrà? "Trarre profitto dalle esperienze precedenti. Fede ha svolto un lavoro pesantissimo insieme al francese, cambiando le metodologie ha margini di miglioramento notevole, soprattutto sui 200". La convincerà a tentare gli 800? "Non ne abbiamo parlato, quella distanza non le è mai piaciuta. Da 8 anni è ai vertici del nuoto mondiale, nulla è impossibile. Vedremo, ma non credo". Ogni tanto esprime l'intenzione di ritirarsi dopo Londra 2012, in caso di doppia medaglia. La bloccherà? "È giovane. Ciascun atleta ha una sua vita sportiva, a 16 anni lei era già sul podio di Atene. Finita la terza olimpiade rifletterà, lei stessa spera di continuare. Siamo più che ottimisti, d’altra parte non abbiamo tante campionesse. Io conto prosegua sino a 35 anni". Sicuro di conoscerla così bene? "Sì perché l'ho già allenata due volte. Quando Castagnetti era in ospedale, per tre mesi, con il record mondiale in vasca corta a Istanbul, nel dicembre 2009, sui 200. Subentrò Morini, ma al termine di quel rapporto sono tornato io, per due mesi, prima dei quattro a Parigi con Lucas". Il primato mondiale adesso è impossibile? "Cessato l'uso dei costumi gommati, è complicato. Confido che sui 400 si possa fare, sui 200 è più difficile". È già la più grande atleta azzurra di ogni tempo? "Si cimenta in uno sport difficile, quanto l'atletica di Sara Simeoni. Il nuoto si pratica in tanti continenti, la scherma è meno diffusa, perciò Valentina Vezzali ha meno avversarie. Federica si deve guardare da americane, australiane, europee. È l'atleta che ha vinto di più". In assoluto, in vasca, in campo femminile? "Decisamente. Ha migliorato 11 primati del mondo. E per fortuna è italiana". L'sms più bello che le hanno mandato in questi giorni? "Ne ricevo a centinaia. Il primo è stato di mia figlia Alessandra. Mi ha commosso il messaggio di Giorgio Lamberti, per 11 anni primatista sui 200 e allievo di Castagnetti: Ci sarà senz’altro Alberto che ti darà una mano". Quando inizierà il suo programma? "Il 12 settembre, ora Federica è al mare con i genitori. Si allenerà 4-5 ore al giorno, tra mattina e pomeriggio, più 3 volte la settimana in palestra". Prima verifica gli Europei in vasca corta a Stettino (Polonia), dall’8 all’11 dicembre. "Ma il vero obiettivo sono due ori tra un anno". intervista di Vanni Zagnoli