Scontro nel Golfo di Napoli: due arresti per omicidio
Saranno interrogati questo pomeriggio il timoniere e il terzo comandante del cargo Jolly Grigio, arrestati giovedì sera con l'accusa di duplice omicidio colposo, dopo lo scontro con il peschereccio Giovanni Padre nel golfo di Napoli. I due sono risultati positivi al test antidroga. L'inchiesta è condotta dalla Procura di Napoli con il procuratore aggiunto Giovanni Melillo e dai pm Giovanni Corona e Alessandro Cimmino. I pm hanno anche ordinato ai militari della Capitaneria di porto di Napoli, titolari dell'indagine, di eseguire controlli sul cargo e all'interno dei container che trasportava. Giallo sulla guida - Gli inquirenti hanno il forte sospetto che, a prescindere dalla positività alla cocaina del timoniere, nè lui nè il terzo comandante fossero alla guida della nave al momento dell'impatto con il peschereccio Giovanni Padre. Numerosi testimoni interrogati ieri negli uffici della Capitaneria di porto avrebbero sostenuto che la Jolly Grigio nell'ultimo miglio e mezzo ha solcato il mare davanti alla costa ischitana senza mai deviare il proprio percorso nonostante fosse ben visibile il peschereccio, che stava compiendo le operazioni di pesca e che quindi non aveva la possibilità di spostarsi per evitare di entrare in collisione con il cargo. Lo scontro - Secondo la ricostruzione degli inquirenti i due dispersi, padre e figlio, Alfonso Guida di 43 anni e il figlio figli Vincenzo di 21, al momento della tragedia si trovavano sotto coperta per fare colazione. Non hanno avuto neanche il tempo di rendersi conto che il portacontainer gli stava venendo addosso. La tragedia si sarebbe svolta in meno di 30 secondi: il Jolly Grigio è arrivato dritto sul peschereccio, lo ha sbalzato in avanti, spezzato in due parti ribaltandolo. In pochi secondi il motopesca si è inabissato. Solo il capobarca, Vincenzo Birra di 32 anni, si è accorto all'ultimo istante di quello che stava per accadere e si è tuffato in mare riuscendo a mettersi in salvo.