A pagare saranno i soliti noti: una stangata da 48 miliardi
Un dubbio: la patrimoniale. E una certezza: a pagare il conto finale della crisi saranno in ogni caso i «soli noti», cioè i piccoli risparmiatori, le famiglie e i lavoratori dipendenti. Sacrifici in vista, insomma, ma non per tutti. L’anticipo della manovra da 48 miliardi di euro - sembra inevitabile - sarà scaricato sulle categorie che già erano state prese di mira a giugno, quando il governo ha confezionato le misure per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2014. Sotto tiro anche le casse degli enti locali, che poi trasformeranno il giro di vite di Roma in tagli dei servizi ai cittadini. C’è la tempesta: i mercati e la Bance centrale europea ci hanno imposto l’anticipo di un anno per l’azzeramento del deficit. O meglio il «close to balance», vale a dire un livello di “rosso” sostanzialmente pari a zero (esattamente lo 0,2% del Pil come indicato dal governo sul Def). E in queste ore al Tesoro stanno rimettendo a posto una coperta che forse era già corta. In buona sostanza si tratta di ridistribuire circa 25,3 miliardi di euro (quelli previsti per il 2014) sugli anni precedenti. La stangata più corposa dovrebbe arrivare nel 2012, secondo alcune indiscrezioni. E salvo alternative potrebbero essere “semplicemente” inasprite le misure già in vigore: si va dalla botta sui depositi titoli, all’aumento delle accise sulla benzina e dalla stretta sul ticket per la sanità alla riduzione dei trasferimenti statali ai comuni. Resterebbero anche in piedi ipotesi di patrimoniali sulle grandi ricchezze anche se - ha avverttito ieri la Cgia - l’anticipo di un anno del pareggio di bilancio porterà già ad un aumento della pressione fiscale fino al 44,3%. Il tutto grazie anche al drastico abbattimento delle agevolazioni (come il bonus bebé o i cotnributi famiglia) che potrebbero asciugare le buste paga degli italiani per una somma complessiva pari a circa 20 miliardi di euro. Quanto alla patrimoniale, circolano alcune simulazioni: verrebbero esclusi i possessori di titoli di Stato (già peraltro penalizzati dall’aumento del bollo sul dossier titoli) e verrebbe colpito chi possiede più immobili oltre la prima casa. Si punta anche alla lotta all’evasione e in questo si inserisce una nuova campagna anti-evasori che contribuirà all’obiettivo di incasso di 11 miliardi di euro per quest’anno, come annunciato dall’agenzia delle Entrate. L’attenzione resta alta sull’andamento dei mercati e il governo starebbe vagliando ipotesi di nuove misure da mettere in campo se la situazione lo dovesse richiedere nei prossimi giorni. Dal blocco delle pensioni di anzianità per 12-18 mesi, all'anticipo, già nel 2012, delle norme di allungamento dell'età pensionabile per le donne. È ampio lo spettro degli interventi allo studio in materia previdenziale e i tecnici del governo starebbero recuperando in queste ore molte delle misure drastiche che avevano già messo a punto nella manovra, approvata a luglio, ma che poi erano state ammorbidite e diluite nel tempo. Possibile anche l’anticipo dal 2013 al 2012 della riforma che aggancia l’età pensionabile alle aspettative di vita. Un'altra delle misure che sarebbero state prese in considerazione è quella dell'allineamento della contribuzione tra i lavoratori dipendenti e i collaboratori: per questi ultimi è al 26% e potrebbe aumentare fino al 33%. Misura non facile da mettere in campo ma che potrebbe portare in cassa tra i 2 e i 2,5 miliardi di euro l'anno. In pratica un pacchetto articolato di interventi auspicato da tempo e ieri invocato anche sulle colonne del Corriere della Sera. Una riforma ampia finora rimasta al palo per le resistenze della sinistra e in particolare del Pd di Pierluigi Bersani. Ancora da capire a fondo gli effetti dell'accelerazione della delega fiscale (oltre 20 miliardi da recuperare) e assistenziale (non esiste una cifra esatta) che potrebbero a questo punto sdoppiarsi in due diversi Ddl e iniziare il cammino parlamentare già a settembre. Le carte saranno scoperte tra domani, quando il governo incontrerà le parti sociali, e giovedì, giorno in cui è prevista l’informativa del ministro Tremonti alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato. di Francesco De Dominicis