Ue, altra stangata a Mediaset "Rimborsi i contributi decoder"
I contributi pubblici per l'acquisto dei decoder erano "aiuti di Stato". Lo ha deciso la Corte di giustizia dell'Unione Europea respingendo il ricordo di Mediaset contro la sentenza che aveva definito "incompatibili con il mercato comune" gli incentivi concessi dal governo italiano per l'acquisto dei decoder digitali terrestri nel 2004 e 2005. Secondo quanto stabilito dai giudici di Lussemburgo, le emittenti radiotelevisive che hanno beneficiato indirettamente di quegli aiuti di Stato sono ora tenute a rimborsare le somme corrispondenti ai vantaggi ottenuti. Si parla di qualcosa come 220 milioni di euro. Dopo il Lodo Mondadori da 560 milioni, un'altra bella botta all'impero economico di Silvio Berlusconi. "Interesse comune" - Con la legge finanziaria del 2004 il governo Berlusconi aveva concesso un contributo pubblico di 150 euro ad ogni utente che acquistasse o noleggiasse un apparecchio per la ricezione, in chiaro, del digitale terrestre. Il limite di spesa del contributo era stato fissato a 110 milioni. La legge finanziaria del 2005 aveva rinnovato questo provvedimento nello stesso limite di spesa, ma riducendo il contributo per ogni singolo decoder digitale a 70 euro. Le emittenti Centro Europa 7 Srl e Sky Italia Srl avevano inoltrato esposti alla Commissione europea contro questi contributi. La stessa Commissione, nel 2007, aveva rilevato l'illegittimità degli incentivi. Pur sottolineando che il passaggio dalla televisione analogica alla televisione digitale costituiva un obiettivo di interesse comune, Bruxelles aveva osservato che il contributo non risultava proporzionato al perseguimento di questo obiettivo e produceva distorsioni della concorrenza e di conseguenza la misura non era "tecnologicamente neutra". Per questa ragione, la Commissione aveva ordinato il recupero degli aiuti, decisione contro la quale Mediaset aveva presentato un ricorso al Tribunale dell'Ue, respinto il mese scorso. Mediaset aveva quindi impugnato la sentenza dinanzi alla Corte di giustizia, che oggi ha confermato che "i contributi hanno spinto i consumatori all’acquisto di decoder digitali terrestri, limitando i costi per le emittenti televisive digitali terrestri, che hanno potuto, in tal modo, consolidare la loro posizione sul mercato rispetto ai nuovi concorrenti".