Il super-ego della Brambilla: manca il ministero? S'inventa
Nel centro di Roma, su un triste palazzo bianco è apparsa di recente una scritta dorata, degna di nota e per nulla discreta. L'insegna recita: "Ministro del Turismo". La notizia - che si apprende dal blog di Alessandro Gilioli, Piovono Rane - descrive un 'fenomeno' del tutto singolare e di non facile interpretazione. Verrebbe da domandarsi se chi ha fabbricato le lettere, non ne abbia forse scordata una. Suvvia, certamente, si è persa per strada una 'e': perché mai un nome comune di persona - "ministro" - dovrebbe campeggiare sulla facciata di un palazzo? Volevano scrivere "ministero" ed è scappata una lettera... Ministro senza ministero - No, troppo facile. Nessuna dimenticanza, nessuna svista. Così doveva essere la scritta, e la ragione c'è. La verità è che un ministero del Turismo proprio non esite: è stato abrogato con un referendum nel 1993 e da allora è divenuto un semplice, nonchè banale, dipartimento della presidenza del consiglio. E allora perché esiste un ministro? E soprattutto, a questo punto, Michela Vittoria Brambilla che c'azzecca? Meglio non porsi troppe domande anche se, pure in questo caso, una risposta c'è. Nel 2009 la Brambilla è stata nominata 'ministro senza portafoglio con delega al turismo'. Insomma, non c'è più il ministero? Allora creiamo il ministro. Logico no? Ricapitolando, non c'è il ministero, non dovrebbe esserci il ministro, ma c'è, chi rimane? La Brambilla, alias il 'ministro'.