Ganso e la carica degli extra Talenti o bidoni, addio vivai

Giulio Bucchi

Tutti con le valigie pronte, si va in Italia. La decisione di riportare da uno a due il numero di extracomunitari tesserabili in una sessione di mercato,  presa martedì scorso dal Consiglio federale della Figc, darà il via a un’abbondante migrazione di giocatori provenienti da Paesi non comunitari (in particolare dal Sudamerica). Una scelta dovuta. Perché non si è fatto altro che andare a correggere (come già ricordato) una conclusione frettolosa e frutto di demagogia fatta circa un anno fa, dopo un Mondiale sudafricano a dir poco deludente per la nostra Nazionale. Sui ragazzi allenati da Lippi e in generale su tutto il movimento calcistico italiano si erano scagliate critiche feroci, così si pensò che ridurre il numero dei non comunitari tesserabili avrebbe giovato alla produttività dei nostri settori giovanili. Sbagliando. Perché i giovani vanno coltivati con pazienza e poi lanciati con coraggio (in questo senso l’abbassamento del limite di età nel campionato Primavera può essere una buona scelta), e un brasiliano in più o in meno non cambia molto. Inoltre chi ora sta dimostrando ampiamente di capirci qualcosa di più di noi nell’allevamento di futuri campioni, ovvero la Spagna, ha un regolamento che gli permette di tesserare 3 extracomunitari ogni anno. Per non parlare poi di Olanda, Belgio, Germania, Inghilterra, Irlanda del Nord e Svezia dove non esiste nessun tipo di limitazioni. Insomma non si corre il rischio di essere additati come esterofili se si afferma che il nesso tra una cosa e l’altra non c’è. Quel che è certo è che la possibilità di tesserare due extracomunitari fa prendere un ampio respiro alle casse poco floride dei nostri club, i quali pescando in Sudamerica e Africa riescono ad accaparrarsi giocatori tecnicamente validi e giovani a costi relativamente bassi o quantomeno minori, se confrontati con i prezzi fatti dai club europei. Tenendo conto che la condizione principale del nuovo regolamento redatto dalla Figc è che ogni ingresso sia legato ad un’uscita (la cessione però libererà un posto solo se sarà fatta a una federazione straniera) possiamo abbozzare una mappa di quelli che saranno i prossimi obiettivi extracomunitari delle nostre squadre di serie A. I più noti, manco a dirlo, sono i corteggiatissimi talenti del Santos (campione della Copa Libertadores), Ganso (21 anni) e Danilo (19). Il Milan, fortemente interessato, potrà acquisire solo uno dei due perché un posto è stato già occupato da Taiwo (per lui è uscito il giovane Ikande). La sensazione è che si potrebbe puntare più su Danilo (il posto per lui c’è grazie alla rescissione di Digao, fratello di Kakà): l’esterno destro che fa impazzire Allegri ha un costo molto più abbordabile rispetto a Ganso (10 milioni contro i 50 di clausola del numero 10 della Seleçao). Anche per l’Inter i prescelti dovrebbero essere entrambi brasiliani: il trequartista Lucas (18 anni, poco utilizzato da Menezes nella Coppa America in corso) e il centrocampista Casemiro (19), entrambi di proprietà del San Paolo. L’honduregno Palacios (26) del Tottenham e l’uruguaiano Rodriguez (26) del Peñarol invece sono in lizza per arrivare al Napoli, Bastos (27) del Lione e Vidal (24) del Leverkusen per la Juve, Arouca (24) piace alla Fiorentina. Per passare ai meno conosciuti Ibarbo (21), Labrin (20), Addae (18), Toloi (20). Poi è chiaro, tra tutti quelli che prenderanno l’aereo per il Bel Paese, ci sarà qualche bidone che soffierà il posto a qualche giovane italiano, ma non sarà colpa della legge, bensì dell’incapacità dei dirigenti. di Tiziano Ivani