Povera serie A. Real Madrid 2? La vincerebbe a man bassa
Non c’è molto da girarci intorno, occorre un mare di soldi. Perché per sopperire a un divario tecnico del genere servono innesti di qualità e ne servono tanti. Aspettando il rilancio dei nostri settori giovanili che permetterebbe di avere il materiale necessario a costi contenuti, nel breve periodo l’unica soluzione è investire. Ed è vero che c’è di mezzo una differenza abissale tra i fatturati dei nostri club più importanti e quelli delle antagoniste europee, ma occorre fare uno sforzo. Altrimenti prima di rivivere i trionfi continentali degli anni ’90 o gli ultimi di Milan (’03 e ’07) e Inter (’10) in Champions passerà del tempo. E in questo senso non si capiscono le dichiarazioni del presidente juventino Andrea Agnelli («Compriamo solo alle nostre condizioni») e quelle del patron interista Massimo Moratti: «Arriveranno dei giovani (Jonathan? ndr), per il resto la squadra è quella che conosciamo». Nel calcio moderno, quello delle 60 partite all’anno, sono diventate fondamentali le rose allungate, i titolari aggiunti insomma. Così ci siamo divertiti a fare un giochino, mettendo a confronto le seconde linee delle squadre europee più forti e quelle delle big italiane. Il risultato che viene fuori è a dir poco allarmante. La differenza tra i panchinari delle italiane e quelli di Real, Barcellona, Chelsea, Manchester United e City è abissale. Se le riserve del Milan non appaiono tutte di grande livello (ma migliori delle altre italiane), quelle di Inter (su con l’età) e Juve (si salva Del Piero e poco altro) sono inadeguate. Trovate differenze tra un pacchetto difensivo formato da Motta, Bonucci, Sorensen, De Ceglie e quello del Chelsea composto da Bosingwa, Alex, Ferreira, Zhirkov? La risposta è ovvia. O per esempio avere Kakà da mettere dentro, o il giovane Castaignos, o l’esperto Pandev: cambia oppure no? Certo che cambia. Se poi si esamina la panchina del Real c’è da deprimersi, perché oltre a una squadra di riserve che lotterebbe tranquillamente per lo scudetto in Italia ne ha praticamente un’altra di “riserve delle riserve”: Canales, Drenthe, Gago eccetera non li abbiamo citati. Un’italiana che si sta muovendo è la Roma: domani è atteso nella capitale il presidente del River, Daniel Passarella, che metterà la firma sulla cessione ai giallorossi di Erik Lamela (19 anni). Per quest’ultimo quinquennale da un milione e 12 al club argentino. Sterzata decisiva nell’affare Alexis Sanchez (22): il Barça e l’Udinese hanno trovato in Jonathan Dos Santos (21) la contropartita tecnica. Da Oltremanica intanto arriva un’offerta da 39 milioni del Man. United per Wesley Sneijder (27). L’Inter ci sta pensando. di Tiziano Ivani