Capo Stato: 'Ritiro solo ipotesi' Schiaffo a Lega: si sta in Libia
L'Italia continuerà ad essere presente in Libia, Afghanistan e sugli scenari di guerra internazionali dov'è attualmente impegnata con le proprie truppe. Il Consiglio dei Ministri ha infatti approvato il decreto legge per il rifinanziamento delle missioni all'estero: 694 milioni di euro e un piano di ritiro per 2.078 uomini entro l'anno. Sul nodo della riduzione dei contingenti ha parlato nel tardo pomeriggio di giovedì anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha spiegato come questa resti soltanto "un'ipotesi", e perché diventi una decisione si deve "procedere di concerto con gli alleati". Il Capo dello Stato è intervenuto sulle missioni italiane all'estero a margine di un incontro con il suo omologo tedesco, Christian Wulff. Consiglio dei ministri - Il provvedimento che proroga la presenza dei contingenti italiani è arrivato 'fuori sacco' alla riunione di governo dopo l'accordo raggiunto in un vertice tra Silvio Berlusconi e la Lega. Dalle indiscrezioni trapelate, l'ok della Lega - da sempre contraria alle missioni militari all'estero - è giunto grazie al via libera a un'ordinanza che assegna 440 milioni di euro alla Protezione civile che sta gestendo l'emergenza profughi e al prolungamento del pattugliamento delle navi della Marina Militare davanti alle coste tunisine fino al 31 dicembre. Il rifinanziamento e i tagli - Sono circa 700, i milioni di euro messi sul piatto per le missioni all'estero con un taglio di circa 120 milioni, rispetto all'anno scorso. "Abbiamo ridotto essenzialmente il costo relativo alla Libia - ha spiegato il ministro La russa - : da 142 milioni che era il costo del primo semestre siamo passati a meno di 60 milioni per il secondo semestre". Il risparmio sarà raggiunto , ad esempio, con il ritiro della portaerei Garibaldi, che "comporta la riduzione di quasi mille uomini di equipaggio" anche se "l''impegno resta identico perchè i tre aerei saranno sostituiti dagli aerei nelle basi con impiego di attività più flessibili, cioè anche missioni". Sicurezza e il ritiro - "Mi preme soprattutto sottolineare che non abbiamo tagliato neppure di una virgola i costi della sicurezza dei nostri soldati, - ha precisato il ministro della Difesa - anzi abbiamo stanziato 15 milioni in più per loro". Poi, l'annuncio del piano di ritiro: "Dei 9950 militari attualmente impegnati, 2078 uomini rientreranno a casa entro fine anno". Di questi, "100 provengono dalla missione Libica", mentre "in Afghanistan dobbiamo valutare nel 2012 una modifica dell'impegno, non intesa come ritirata ma proprio per il successo che ha avuto la nostra missione". Le parole di Napolitano - Rispondendo ai giornalisti, il Capo dello Stato ha spiegato: "Circa la possibile riduzione numerica" si è discusso della missione Unifil in Libano, di cui l’Italia "è stata promotrice e ha dato il contributo più alto rispetto ad altri Paesi". Si è discusso se sia possibile "ridurre il nostro contingente". Ma, ha detto ancora il Presidente della Repubblica, è stato sottolineato "con grande nettezza, innanzitutto dal ministro della Difesa" che si tratta di "ipotesi". Perché diventino decisioni "bisogna procedere di concerto con l’Onu" e gli organismi internazionali. Le riduzioni "sono ipotesi" diventano "decisioni effettive" quando c'è il "concerto" con le Nazioni Unite e gli altri organismi.