La casta non tocca le province Si arrabbia chi non governa
Le province non le aboliscono, ma l'opposizione si spacca. Martedì pomeriggio la Camera ha bocciato la proposta dell'Italia dei Valori per l'abolizione delle province. Contro la richiesta si è espresso quasi tutto l'arco parlamentare: la casta, alle sedie non ci rinuncia. A favore della proposta di Antonio Di Pietro si è schierato il Terzo Polo. Il Partito Democratico, invece, si è astenuto. Durissima la reazione dell'ultrà Tonino, che lasciando Montecitorio ha apostrofato come "traditori" gli alleati democratici. A parte il Pd, dal voto in aula si è evinto che, a protestare, sono quelli che non governano: Idv e il Terzo Polo. Andando avanti di questo passo, l'abolizione delle province resterà sempre un miraggio. Fronte compatto - L'Aula ha bocciato il mantenimento del primo articolo del testo, quello che cancellava la parola "province" dal Titolo V della Costituzione. I voti contrari sono stati 225, quelli a favore 83, mentre gli astenuti sono stati 240. Anche tra le fila del Pdl ci sono stati degli astenuti. Oltre che da Di Pietro, le critiche nei confronti del Pd sono piovute anche da Pier Ferdinando Casini: "Mi dispiace molto che abbiano perso l'occasione di fare una cosa saggia e di mandare il governo in minoranza - ha dichiarato -. Avremmo dato un segnale e non sarebbe stato un peccato di lesa maestà suddividere le competenze delle Province tra Comuni e Regioni". Furia Di Pietro - Ma il più arrabbiato di tutti, come detto, era Tonino Di Pietro, letteralmente furioso. "Oggi si è verificato un tradimento generalizzato degli impegni e dei programmi elettorali fatti da destra e sinistra. Hanno fatto a gara nel far sognare gli italiani durante la campagna elettorale, sarebbe stato il primo passo per eliminare gli sprechi della casta e ridurre i costi della provincia - ha sottolineato l'ex pm -. Dell'abolizione delle Province si parla dal 1960, ma c'è stato un comportamento patetico anche nella nostra coalizione, qualcuno ha chiesto l'ennesimo rinvio per riflettere". Secondo Tonino "c'è solo un'enorme distanza tra la chiacchiera elettorale e i fatti istituzionali. C'è una maggioranza trasversale che possiamo chiamare maggioranza della casta, tipica da Prima Repubblica. Spiace - ha concluso Di Pietro - hce la Lega che parla tanto di sprechi e costi della politica, poi è in prima fila quando si tratta di sistemare le 'cadreghine' locali".