Cannavaro, sigilli al locale. Da dove arrivano le quote?
Marco Iorio, l’imprenditore della ristorazione preso nel blitz di ieri, è accusato di essere a capo di un’associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, al trasferimento fraudolento di valori, alle false comunicazioni sociali e alla corruzione di pubblici ufficiali. Iorio ha un socio dal nome “pesante”, il campione del mondo 2006 Fabio Cannavaro. Il calciatore, che al momento non è indagato, ha reso dichiarazioni al publico ministero, nell’ambito dell’inchiesta, nel marzo scorso. «Ho conosciuto Marco Iorio sei o sette anni fa e dopo circa un paio di anni sono entrato in società con lui nel ristorante di Napoli “Regina Margherita”, acquistando il 10% delle quote della società». «In società con lui - ha precisato- sono entrato quale socio della C.M.A. che è la mia società, la cui denominazione riproduce le iniziali dei nomi dei miei tre figli e che un tempo era denominata “Cannavaro Immobiliare”». Cannavaro ha detto di non conoscere gli altri soci della società di Marco Iorio se non un «tal Martusciello» (che, però, non viene meglio specificato). Il calciatore ha anche specificato di essersi proposto autonomamente a Iorio, dicendogli che era sua intenzione «diversificare gli investimenti». Quando si è trattato di scendere nei dettagli ed effettuare materialmente l’ingresso nella società di Iorio, Cannavaro lo ha fatto affermando di aver conferito «150 mila o 200 mila euro nel capitale». «Non ricordo in che modo ho versato questi soldi - ha detto- credo una parte in contanti, ma non riesco a quantificare. Ho acquistato le quote da un altro socio, un ragazzo il cui nome ora non ricordo e che, comunque, non conosco. Lo incontrai presso il ristorante stesso, dopodiché affidai tutto al commercialista Gianni De Vita (che non risulta indagato, ndr) al quale consegnai anche i soldi ed i titoli da versare al notaio». di Peppe Rinaldi