A Milano nasce Consulta rom. La priorità? "Stop sgomberi"
Spinta dal 'vento che cambia', nasce a Milano la Consulta rom. Per la prima volta da decenni rappresentanti rom e sinti dei campi regolari e irregolari di Milano si sono riuniti intorno a un tavolo e hanno costituito un proprio organismo di coordinamento. "Un segnale straordinario - spiegano - che si accompagna alla certezza che con la nuova amministrazione si è conclusa una politica" di sgomberi "che non aveva sortito nessun risultato se non costi sociali altissimi e un grande dispendio di denaro pubblico". "Un Comune disponibile" - Secondo i rappresentanti, la nuova disponibilità del Comune e "la volontà di rom e sinti di essere interlocutori e protagonisti del proprio destino con le proprie facce e le proprie voci, alla stregua di qualunque altra comunità, aprono la strada alla soluzione dei problemi che in questi ultimi 5 anni non si sono voluti affrontare preferendo fomentare la caccia allo 'zingaro' per raccogliere i voti della paura nei confronti di una popolazione pacifica e numericamente irrilevante (sono circa 2000, di cui 800 irregolari, i rom e i sinti nel Comune secondo il censimento del prefetto) facendo crescere pregiudizi, discriminazione e sentimenti razzisti". Dettano l'agenda a Pisapia - La Consulta indica alla giunta Pisapia tre problemi "dai quali partire per una costruttiva collaborazione": la sospensione degli sgomberi "senza soluzioni e senza assistenza che hanno tormentato decine di famiglie, costrette a spostarsi da un posto all’altro in condizioni di sempre ulteriore degrado"; la ridiscussione "del piano Maroni e la revisione dell’utilizzo dei 13 milioni di euro, parte del Fondo sociale europeo per politiche di tutela e inclusione delle comunità rom e che quindi sono da finalizzare a reali politiche di convivenza, in armonia con le direttive comunitarie" e "la valorizzazione delle risorse umane delle comunità rom e sinte, sia nella gestione organizzativa ed economica delle realtà presenti sul territorio comunale, sia sulla costruzione di un rapporto di scambio sociale e culturale con le istituzioni e la cittadinanza".