Di Pietro pensa alle primarie "ma senza candidati alla Nichi"
"Sì alle primarie, no a candidati alla Vendola". Il nuovo round nella guerra interna alla sinistra su chi guiderà la coalizione nel 2013 lo inaugura , ancora una volta, Antonio Di Pietro. Il leader di Italia dei Valori si è detto pronto a candidarsi alle primarie se prima saranno individuati programma e coalizione. Ma, avverte, "non voglio candidati in stile Vendola, perché questo non aiuta". L'Idv, sottolinea l'ex pm, "vede un metro più lontano rispetto agli altri alleati i quali pensano che l'unico problema sia Berlusconi". Concetto, questo, ribadito più volte negli ultimi giorni. L'ultima occasione è arrivata dalle colonne del Secolo d'Italia, in un'intervista che ha fatto rumore. L'intervista - L'Idv in Parlamento "discuterà di cose concrete senza guardare al colore del partito". Così Tonino continua la sua marcia di avvicinamento ai territori moderati. L'ex pm si sta lasciando alle spalle anni di barricate e populismo, ma il ravvedimento appare più che altro un'illusione: Tonino, infatti, sta mettendo in pratica una fine strategia per mettere alle corde il Pd e Pier Luigi Bersani. Non è un caso che l'ennesima apertura a Berlusconi arrivi dalle colonne di uno storico quotidiano di destra: "Un vero leader parla con tutti, anche con Berlusconi, di tutto ciò che può fare l'interesse del Paese", spiega Di Pietro. La priorità è ancora una volta una nuova legge elettorale, "che ridia agli elettori la possibilità di esprimere le preferenze e crei una griglia di regole per la selezione delle candidature". Non è una priorità, invece, una legge sulle intercettazioni: "Non è opportuna perché esiste già una norma iperselettiva che ne regola l'uso", afferma il leader di Italia dei Valori, che si dichiara "a favore della libertà d'informazione e del diritto dovere di chi svolge le indagini e che, con tutti i mezzi, deve combattere la criminalità". Partito di massa - L'orizzonte politico di Di Pietro sta cambiando. La tentazione, non a caso, è quella di rubare voti al centrodestra. "Il Cav è al tramonto, è chiaro. Ma noi dobbiamo dismostrare che sappiamo confrontarci e governare", ribadisce rifiutando l'etichetta dell'antiberlusconismo. Ed arriva, ancora una volta, la stoccata ai democratici: "Vorrei discutere di programmi, di cose utili al Paese. Ma il Pd aspetta, aspetta, tergiversa. I miei alleati - prosegue - hanno fatto la figura dei ridolini criticandomi, per gelosia, forse. Enrico Letta andasse a vendere le banane. Senza offesa, lo dico da contadino". La sfida al Pd e a Bersani non può essere più diretta. E passerà anche dalle primarie visto che l'Idv "oggi più di ieri si sente pronto a partecipare". Una convinzione maturata anche in forza della conclusione della stagione referendaria con la risposta avuta da 27 milioni di cittadini per "proporci come uno strumento di alternativa di valori". In parole povere: i 4 sì al referendum sono una vittoria di Tonino e, dopo la prima fase di cautela "istituzionale" è arrivato il momento di raccogliere. "Vediamo un metro più lontano rispetto agli altri alleati i quali pensano che l'unico problema sia Berlusconi. Vogliamo diventare un partito di massa". La reazione di Nichi - "Sbaglia Di Pietro ad attaccare Bersani e me, e a chiedere una convocazione politicistica di leader per scrivere un programma nelle stanze chiuse. E' l'opposto del messaggio che ci viene dal referendum. Costruiamo momenti anche simbolici in cui ascoltiamo dalla nostra piazza i punti dell'agenda". La reazione di Nichi Vendola, sempre a mezzo stampa ma su il manifesto, è secca. Del "riposizionamento" dei dipietristi, dice il leader di Sel, "è inaccettabile il modo", perché così Di Pietro "offre un argomento formidabile a una maggioranza allo sbando, attacca Bersani e me dicendo che non c'è l'alternativa. E propone il tema del programma nella forma più vecchia e politicistica: lui, io e il leader del Pd dovremmo riunirci in una stanza per scrivere il libro del futuro?". La corsa alle primarie, intanto, è già iniziata: "E' ormai possibile metterle in calendario, senza paura del confronto tra noi. Lotterò perché non ci siano esclusioni a sinistra". La campagna elettorale interna alla sinistra è appena iniziata.