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Intercettazioni, anche Bersani: "Non pubblicare se irrilevanti"

Il segretario Pd in linea con Alfano. Frattini, l'annuncio: "Una buona legge entro agosto". Cav: "Vederle sui giornali segno inciviltà"

Rosa Sirico
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Sulla stretta alle intercettazioni si è alzato un vero e proprio coro. Nella mattinata di venerdì il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha annunciato una legge in tempi brevi. Alle sue dichiarazioni hanno fatto seguito quelle del Guardasigilli, Angelino Alfano, quelle del premier, Silvio Berlusconi, e anche quelle di Pier Luigi Bersani, il segretario del Partito Democratico dal quale è arrivata un apertura sulla stretta. Frattini e Alfano - Il titolare della Farnesina non ha parlato di un decreto, ma di "una buona legge" da approvare "entro agosto". Alla luce delle conversazioni telefoniche finite agli atti dell'inchiesta P4 e sbattute sulle pagine di tutta la stampa, intervistato da Tmnews, il Ministro ha dichiarato: "Spero che ci sia la possibilità di fare la legge entro agosto. Sarebbe un bell'esempio se tutte le forze politiche si mettessero d'accordo" e la approvassero "con urgenza". Quesi in contemporanea, ma su un canale diverso Angelino Alfano,  ha sottolineato come in certi casi la pubblicazione di intercettazioni penalmente irrilevanti "oltre che moralmente sbagliato costituisce un reato e sarebbe da perseguire in base al principio dell'obbligatorietà dell'azione penale".  Il ministro della Giustizia, inoltre, ha annunciato che  "già prima della pausa estiva", arriverà in aula la svolta auspicata dal governo.  "La riforma è andata avanti - ha sottolineato Alfano -. Il fatto che negli ultimi 40 giorni non ci siano state polemiche non significa che non si sia lavorato: le Commissioni riunite di Camera e Senato hanno continuato nelle loro audizioni e hanno ricevuto input, consigli, suggerimenti e giudizi preziosi. Finite le audizioni, voteremo gli emendamenti e il calendario parlamentare vede la possibilità che la riforma sia trattata in aula già prima della pausa estiva". Bersani pronto al dialogo - Un'inaspettata apertura è arrivata anche dal segretario del Partito Democratico, Pier Lugi Bersani, che ha commentato le affermazioni di Alfano: "Noi abbiamo una posizione sulle intercettazioni, c'è un ddl depositato a firma Finocchiaro-Casson - ha spiegato -. La nostra è una posizione che parte dal problema alla fonte per cui non vengano divulgate intercettazioni che non ha senso divulgare. Siamo pronti, sulla nostra impostazione, a qualsiasi confronto". Bersani ha poi aggiunto, parlando delle modalità normative, che "è nella logica delle cose che sulle intercettazioni non si proceda con un decreto, ma con un ddl". Il premier: "E' incivile"  -  Anche Silvio Berlusconi, in una conferenza stampa a Bruxelles, torna sulle intercettazioni definendo la prassi incivile. "Credo di dire una banalità - ha detto il premier -, credo che non sia civile un Paese in cui non esiste più la garanzia dell'inviolabilità di ciò che si dice al telefono", ha detto il premier, secondo il quale "non è vita quella di alzare il telefono e non poter parlare liberamente, senza che queste telefonate sia intercettate e vederle apparire sulla stampa, anche se non hanno nessun, nessun risvolto penale".

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