Grecia, arriva l'ok alla fiducia: proteste e i fischi della piazza
George Papandreou ha incassato la fiducia del Parlamento greco, prima tappa verso l'adozione, entro la fine del mese, del draconiano piano di austerity. Il voto è arrivato nella notte tra martedì e mercoledì, al termine di una dibattito convulso e mentre la piazza del Parlamento era occupata dai manifestanti. L'adozione del piano economico, che prevede tagli massicci e una serie di pirvatizzazioni, è la condizione indispensabile per ottenere il sostegno della Ue nel difficile obiettivo di salvare Atene dal default. Così in aula - Nel voto di fiducia, l'esecutivo ha ottenuto tutti i voti dei socialisti - 155 su 300 - mentre l'opposizione, compatta, ha votato contro. L'annuncio del risultato è stato accolto malamente dalla piazza, che ha fischiato e intonato cori contro il governo. "Chiedo la fiducia per continuare a far fronte alla crisi e al deficit, evitare il fallimento e garantire la presenza della Grecia nel nocciolo duro dell'Ue", ha affermato il premier George Papandreou in aula. L'esecutivo "si impegna con tutte le sue forze ad uscire dalla crisi, esiste una prospettiva, un sentiero tracciato, abbiamo il sostegno e l'aiuto della comunità internazionale e dell'Unione Europea con un prestito enorme", ha aggiunto, denunciando come un "errore strategico" il mancato appoggio della destra al piano. Ministro delle Finanze - Da par suo, il nuovo ministro delle Finanze ellenico, Evangelos Venizelos, si è impegnato a uno sforzo supplementare per ottenere il risanamento del Paese, al di là di quelle che sono le richieste dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale. "Abbiamo bisogno di un piano parallelo di ristrutturazione" del Paese, "i cui obiettivi saranno armonizzati" con quelli dei paesi creditori "ma che ci permetteranno migliori risultati in termini di bilancio, di crescita e di giustizia sociale", ha assicurato l'esponente socialista. La stabilizzazione, comunque, ha sottolineato Venizelos, "resta la prioirtà".