Addio Lamberto Sechi, padre del "nuovo" 'Panorama'

Giulio Bucchi

Il giornalista Lamberto Sechi, considerato il padre dei moderni settimanali d'informazione italiani, è morto questa mattina all'età di 89 anni. E' stato lo storico direttore di Panorama per quattordici anni, succedendo nel 1965 al fondatore Nantas Salvalaggio. Sechi trasformò la testata di Mondadori, che allora era mensile, in settimanale: il primo numero della nuova serie uscì il 13 maggio 1967, 98 pagine vendute a 200 lire. Nacque allora il "panoramese", un genere giornalistico che non prevedeva il racconto in prima persona, dove si scriveva "in Italia" e non "da noi", dove i fatti erano "separati dalle opinioni". Articoli non firmati ma chiusi da un pallino nero. Le opinioni però c'erano, a marcare la linea editoriale, liberal-progressista e laica. Lasciato Panorama nel 1979, Sechi è stato in seguito direttore di quotidiani (come La Nuova Venezia) e di altri settimanali (come L'Europeo dal 1980 al 1983, tornando di nuovo alla guida nel biennio 1993-95), oltre che direttore editoriale dei periodici Rizzoli. Ispirandosi all'esperienza della testata americana Time, Sechi trasformò Panorama in un settimanale di formato tabloid e dal taglio veloce, con un linguaggio spigliato e senza nessuna riverenza politica. La linea politica del settimanale sotto la direzione Sechi fu moderatamente di sinistra (lui la chiamava "kennediana"). Alcune rubriche di Panorama, come "Periscopio", fecero discutere per la presenza di gossip e di nudi femminili. Nel giro di pochi anni Panorama di Sechi divenne il primo settimanale italiano e il suo successo costrinse anche il principale concorrente L'Espresso a passare al formato tabloid. Alla scuola di Panorama durante la direzione Sechi sono cresciuti molti noti giornalisti italiani come Giulio Anselmi, Corrado Augias, Claudio Rinaldi, Carlo Rossella, Barbara Palombelli, Carlo Rognoni, Giampiero Mughini, Roberto Briglia, Fiamma Nirenstein, Claudio Sabelli Fioretti, Chiara Berie d'Argentine, Romano Cantore, Guido Quaranta. Al settimanale collaborarono anche giovani scrittori come Stefano Benni e noti politologi come Giorgio Galli. Come ha scritto nel 2002 l'allora direttore Carlo Rossella, in occasione dei 40 anni della fondazione di Panorama, sotto la guida di Lamberto Sechi "una redazione molto giovane scopriva un nuovo modo di fare il giornalismo e di raccontare la realtà italiana. Non c'era soluzione di continuità fra la società e la redazione. Il giornale era in presa diretta con la nuova cultura giovanile che aveva scosso l'opinione pubblica di tutto il Paese".