Caso Mills, Berlusconi in aula Attanasio: "Non diedi io i soldi"
Diego Attanasio, l'armatore napoletano sentito come testimone nel processo Mills contro Silvio Berlusconi, spiega di non aver mai dato, né regalato, né prestato 600 mila dollari all'avvocato inglese. L'armatore ha così confermato in aula la versione resa nel processo a carico di Mills, smentendo la tesi della difesa dell'avvocato inglese, secondo la quale il 600mila dollari al centro del processo sarebbero stati dati a Mills da Attanasio perché li investisse. Per l'accusa, al contrario, quella cifra sarebbe stata versata all'avvocato britannico da Berlusconi come prezzo della corruzione. La deposizione è arrivata dopo che i giudici del processo hanno respinto la richiesta avanzata dalla difesa del premier di considerare Attanasio come teste imputato in procedimento connesso. Le risposte - Il pm De Pasquale ha chiesto all'armatore napoletano: "Millse le ha mai detto Senta, ho tenuto per me, per esempio, 600mila dollari?". La risposta di Attanasio è stata "No". Quindi: "Lei ha mai regalato 600 dollari al Mills". Il testimone ha risposto: "Mi sembra proprio di no, non ci sarebbe stato motivo per me per regalare 600mila dollari a Mills". Attanasio ha poi riferito di non aver mai prestato quella cifra al legale inglese e di non sapere "i movimenti che faceva mills nella gestione dei conti". L'armatore ha poi spiegato di aver sottoscritto diversi documenti in bianco "perché Mills mi disse che per gestire i miei soldi gli servivano alcuni di questi documenti firmati in bianco". La prescrizione - Il processo è stato rinviato al prossimo 18 luglio. Sono così saltata quattro udienze che erano già state messe in calendario. Il rinvio di un mese si è reso necessario poiché le rogatorie per sentire i testimoni inglesi, come sottolineato dai giudici, non saranno possibili fino a al termine di luglio, mentre la rogatoria per sentire i teste svizzeri è fissata per il 18 luglio. Le toghe, inoltre, hanno confermato la loro ordinanza che dà la possibilità alla difesa del Cavaliere di attendere che siano finiti tutti i testimoni del pm prima di sentire i teste della difesa. Attanasio e il procedimento connesso - I giudici del processo Mills, come detto, hanno respinto la richiesta avanzata dalla difesa del premier, Silvio Berlusconi, di considerare Diego Attanasio come teste imputato in un procedimento connesso. Secondo la corte, infatti, non ci sarebbe alcun legame "probatorio" tra il processo nel quale l'imprenditore è imputato di corruzione a Salerno e quello a carico del Cavaliere. Come previsto, il premier è giunto intorno alle 10 per l'udienza del sabato del processo Mills. Il teatro, l'aula della prima corte d'assise, allestita per l'occasione, e l'area che circonda il Palazzo di Giustizia di Milano, blindatissima. In via Freguglia, lungo le transenne, presenti solo i cronisti. E' sabato e piove: mancano i sostenitori del Cavaliere che avevano presenziato nelle precedenti udienze. Tesi rigettata - La difesa di Berlusconi aveva chiesto di sentire Diego Attanasio come testimone-imputato di un reato contesto, una circostanza che avrebbe permesso all'armatore napoletano di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ghedini e Longo, i legali del Cavaliere, avevano sostenuto che i giudici della decima sezione penale avessero il "diritto-dovere di valutare la sussitenza di elementi di collegamento" tra il processo Mills e una vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna di Attanasio di corruzione. Secondo gli avvocati del premier, ci sarebbe stato un legame probatorio tra questi due procedimenti a causa del quale l'armatore non avrebbe potuto essere sentito nelle vesti di semplice testimone, e quindi con l'obbligo di rispondere alle domande del collegio. La tesi, però, è stata rigettata dal pm Fabio De Pasquale. Silenzio del Cav - Silvio Berlusconi al momento dell'arrivo in tribunale non ha parlato con i giornalisti, ma ha discusso con i suoi avvocati in attesa che arrivassero i giudici per iniziare l'udienza in cui è prevista la testimonianza dell'armatore Diego Attanasio, ritenuto uno degli uomini chiave della vicenda. Il legale David Mills, ritrattando una prima confessione, aveva affermato di aver ricevuto i famosi 600mila dollari, ritenuti dalla Procura il prezzo della corruzione, proprio da Attanasio.