Calcio marcio, stop domiciliari a Signori. E Platini ci catechizza
Beppe Signori torna a respirare. L'ex bomber della Nazionale, tra i principali indagati nell'inchiesta sul calcio-scommesse di Cremona, ha ottenuto la revoca degli arresti domiciliari. L'avvocato di Beppe-gol ha spiegato che "il giudice non ha disposto alcuna altra misura, e quindi Signori è libero. Massacrato, ma felice". Il legale ha poi aggiunto che il calciatore ha appreso la notizia "con un sospiro e ha detto va bene". Il legale ha poi sottolineato come "ora si apre una nuova fase processuale, senza quella balena bianca che hanno messo in mezzo quei gironalisti che si sono divertiti con chi non aveva la possibilità di difendersi". I timori di Beppe - Secondo quanto detto sotto interrogatorio dal commercialista bolognese Manlio Bruni, anche lui ai domiciliari, "Signori aveva garantito con i suoi referenti per Singapore di avere gli assegni in mano e questo bastava". "Del resto - prosegue Bruni nel verbale - a Singapore non c'era bisogno di fare bonifici né di anticipare i soldi se c'era un rapporto di fiducia con lo scommettitore. Si pagava poi il giovedi". "Inoltre per la puntata era necessaria una garanzia di 300mila euro che era costituita dall'assegno di Paoloni che ricevemmo a Bologna...". "Ovviamente qualche giorno dopo la fine della partita - racconta il commercialista - Signori cominciò a essere pressato dagli asiatici per il pagamento della puntata. Signori ci disse che c'era il rischio che quelli di Singapore venissero a darci una lezione. Così cominciarono le telefonate e gli incontri con Erodiani (Massimo, titolare di agenzie di scommesse, ndr), per cercare di risolvere la situazione ed Erodiani e Bellavista (Antonio, ex capitano del Bari, ndr) promettevano di recuperare tramite partite successive, come Siena e Sassuolo". Capitolo Paoloni - Spera nella stessa sorte l'altro protagonista di questo scandalo, l'ex portiere della Cremonese Marco Paoloni: i suoi avvocati hanno chiesto al gip Guido Salvini la scarcerazione. Il legale Luca Curatti, che assiste il calciatore insieme a Emanuela Di Paolo, ha spieghato: "E' una persona molto sensibile. Immaginatevi cosa puo' essere per un ragazzo di 27 anni stare in carcere, in cella con altre tre persone". Secondo il legale, "Paoloni è una persona perbene, certamente appassionato di scommesse che è stato trascinato in un giro molto difficile". Intanto è stata fissata al prossimo 21 giugno l'udienza davanti ai giudici del tribunale del riesame di Brescia per Antonio Bellavista, uno dei calciatori arrestati nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cremona sulle partite truccate. Il commento di Platini - Nel frattempo prosegue l'inchiesta sulle gare e sulle scommesse truccate. Da martedì, il personale della Sco - Servizio Centrale Operativo - della polizia affiancherà direttamente nelle indagini gli agenti della squadra mobile di Cremona che conducono l'inchiesta. Sugli episodi di corruzione che stanno scuotendo il mondo del calcio italiano è voluto intervenire anche Michel Platini, presidente della Uefa: "Sono le cose che abbiamo detto tra anni fa, e ora tutti si svegliano". Rispondendo a chi lo incalzava sulle indagini italiane, l'ex fantasista della Juventus ha aggiunto che "era ora che qualcuno si occupasse si queste cose. Noi lo abbiamo già previsto qualche anno fa e lo abbiamo detto a tutti e ormai le autorità nazionali e internazionali hanno preso coscienza di questo fatto. E' una cosa buona. E' tardi - ha concluso -, ma è meglio tardi che mai". La risposta di Abete - Secondo il presidente della Figc Giancarlo Abete, però, non si tratta di una frecciata all'Italia perché "Platini ha una posizione chiarissima sulle scommesse, ed è un problema che richiede un coordinamento alto con forze dell'ordine e magistratura". "Platini - aggiunge Abete - ha la stessa posizione anche per quanto riguarda la violenza negli stadi, ed è una cosa di cui investe autorità alte visto che ne parlerà con Barroso".