La Cgil sciopera da sola
Successo o flop? Sono scesi in 700mila in piazza per rispondere all’appello della Cgil contro la politica anti-crisi del governo, ma proprio il presidente del Consiglio ha indicato come un insuccesso la strategia del sindacato di togliersi dal tavolo delle parti e andare per conto proprio. “Lo sciopero della Cgil è fallito, ha aderito soltanto il 6% dei lavoratori”, ha commentato Berlusconi dalla Sardegna dove è volato per la conclusione della campagna elettorale in vista delle elezioni regionali di domenica e lunedì. Di diverso avviso il segretario Guglielmo Epifani che alla piazza ha fatto sapere di essere rimasto “stupito” di fronte alle dichiarazioni del premier sulla crisi economica: “Spero sia una coincidenza con il nostro sciopero e sono convinto che sciopero dopo sciopero riusciremo a far cambiare la politica economica al governo”, ha dichiarato. Poi la promessa di darsi appuntamento un’altra volta, il 4 aprile, al Circo Massimo per tornare a chiedere quello che è già stato domandato oggi: “Interventi eccezionali per fronteggiare una crisi eccezionale”. Alla manifestazione ha preso parte anche un nutrito gruppo di politici del Partito democratico. Non sono mancati riferimenti alla polemica sulla Costituzione, perché la Cgil la difendere “con le unghie e con i denti”. “Possiamo avere – si è domandato Epifani – un presidente del Consiglio normale in un Paese normale che non dice un giorno una cosa e il giorno dopo esattamente il contrario? Che ha giurato sulla Costituzione e che sia dunque anche la sua Costituzione?”. Sarcastico il commento del portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone: “Gli eventi di queste ore disegnano una parabola politica assai deludente per il Pd: quello che doveva essere il partito del cambiamento e della modernizzazione, evocando Obama, diviene invece il partito della conserva zio istituzionale e dell’immobilismo sociale, stretto tra Scalfaro e la Cgil”.