Fincantieri, nuove proteste. Sindaco: "Ci vuole l'esercito"
"Qui ci vorrebbe l'esercito". La tensione a Castellammare di Stabia per i tagli annunciati da Fincantieri si fa sempre più tesa, "sta diventando insostenibile - spiega il sindaco, Luigi Bobbio -. Sono in atto azioni sovversive in città. La protesta degli operai deve assolutamente rientrare e restare nei limiti della legalità. Chiedo, in maniera accorata, al prefetto di concentrare ora, subito, a Castellammare di Stabia tutte le forze necessarie a recuperare il controllo della piazza e a ripristinare la legalità. Un solo attimo di ritardo potrebbe far arrivare le cose troppo oltre. Se necessario - ecco il duro appello - coinvolgere l'Esercito. Chiedo allo Stato, in tutte le sue articolazioni, di non lasciare sola la città di Castellammare in questo difficile momento". RISPOSTA DELLA PREFETTURA - "Fin dai primi momenti della protesta conseguita alla presentazione del piano industriale del gruppo Fincantieri lo scorso 23 maggio a Roma, le forze dell’ordine presidiano con un contingente di uomini raddoppiato il territorio di Castellammare di Stabia", ha replicato al sindaco in una nota la prefettura di Napoli. "La situazione dell’ordine pubblico a Castellammare e il dispositivo straordinario di vigilanza, già valutato nella riunione tecnica delle forze di polizia, sarà oggetto di nuovo esame nella seduta di comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si terrà nel pomeriggio e alla quale parteciperà anche il sindaco Bobbio". CRESCE LA TENSIONE - Il grido di dolore del sindaco è arrivato al culmine di una nuova giornata di tensione. La rabbia monta, e le proteste di lavoratori Fincantieri non accennano a diminuire. Circa duecento operai del cantiere di Castellammare e delle aziende dell'indotto, replicando le azioni del giorno precedente, hanno bloccato per ore l'incrocio tra viale Europa e via Cosenza. Successivamente, altre decine di operai hanno occupato e bloccato la stazione della circumvesuviana di via Nocera, dove transita il treno che collega i comuni della costa e Napoli. I negozianti, per paura delle violenze, hanno serrato le saracinesche dei loro esercizi: una vetrina è stata sfondata. "APPELLO AL MINISTRO" - Anche il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha chiesto un rapido intervento al ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, sulla vertenza Fincantieri che riguarda Castellammare di Stabbia. "Ho parlato ieri nelle primissime ore col ministro Romani proprio per segnalare l'urgenza di un intervento e per sollecitare la discesa in campo della sua amministrazione - ha spiegato a chi gli chiedeva se, nelle prossime ore, sono previsti dei tavoli di confronto -. Le risposte - ha sottolineato De Martino - sono state immediate: il 3 giugno ci sarà a Roma la convocazione di un tavolo di lavoro". LE REAZIONI - Le frasi del sindaco di Castellammare hanno subito scatenato reazioni politiche. Per il leader di Sinistra e Libertà, Nichi Vendola, "è incredibile che di fronte a un dramma sociale che sconvolge la vita di migliaia di famiglie, il sindaco di Castellammare di Stabia non trovi di meglio che invocare le baionette", ha tuonato. Per il Senatore dell'Idv Nello Di Nardo "è indecente" arrivare a chiedere l'intervento delle forze armate. "Perché - accusa l'esecutivo - il governo non si attiva subito per convocare un tavolo di confronto?". Il capogruppo Pd in Consiglio Regionale, Peppe Russo, ha invece dichiarato: "Il sindaco in queste ore avanzerà formale dichiarazione di guerra ai lavoratori. Aeronautica, corpi speciali della marina ed autoblindati ripristineranno l'ordine mentre alla guardia padana sarà affidato il presidio del cantiere. I sindacati verranno dichiarati fuori legge e la stampa dovrà sospendere ogni informazione dal fronte. Per quel sindaco il Gruppo del Pd invece chiede, allo stato dell'arte, l'ausilio del 118". CURIA CON GLI OPERAI - Al fianco degli operai Fincantieri si è schierata anche la Curia di Genova, in particolare l'Arcivescono Angelo Bagansco, presidente della Cei. E’ quanto emerso nel corso di una riunione che si è tenuta alla sede della Regione Liguria a cui hanno partecipano gli enti locali, i lavoratori e anche monsignor Luigi Molinari, capo dei cappellani del lavoro, che ha detto di parlare in nome e per conto del cardinale Bagnasco. "Non si può azzerare la cultura della cantieristica ligure. E’ un sistema di professionalità - ha affermato monsignor Molinari - di cui il Paese non si può privare. Siamo contenti che ci si metta alle spalle le polemiche e che tutti insieme remiamo per raggiungere lo stesso obiettivo, cioè il mantenimento dei posti di lavoro e dei cantieri liguri.