Silvio s'appella: "No a una Milano città islamica"
Silvio Berlusconi ha rotto il silenzio venerdì, e di giorno in giorno cresce l'impegno del premier per riconquistare Milano: Il Cavaliere, in un videomessaggio trasmesso sul sito del Pdl, ha ribadito che "Milano non può diventare alla vigilia dell'Expo 2015 una città islamica, una zingaropoli di campi rom, una città assediata dagli stranieri e che dà a questi stranieri extracomunitare anche il diritto di voto nelle consultazioni municipali". Quindi l'invito alla città: "Dobbiamo andare tutti a votare, per garantirci una Milano più bella, più ordinata, più sicura, che continui a crescere nella prosperità e nella modernità, come ha fatto in questi anni con Albertini e la Moratti. Una città che vuole andare avanti e crescere - sottolinea - non vorrà certo consegnarsi all'estrema sinistra, con il rischio di diventare una città disordinata, caotica, insicura". "No a una Milano-zingaropoli". Guarda il messaggio di Berlusconi su Libero Tv APPELLO AGLI ELETTORI - "Non credo, davvero, che vogliamo un sindaco che sembra vada a prendere il caffè tutti i giorni con quelli dei centri sociali", ha proseguito Berlusconi sul candidato di Pd e Sinistra e Libertà, Giuliano Pisapia. “Da persone concrete, pragmatiche, di buon senso quali siete - ha aggiunto il Cavaliere rivolgendosi agli elettori - dovete quindi scegliere tra quello che ha fatto e si impegna a fare la nostra amministrazione di centrodestra e il rischioso, rischioso programma della coalizione di sinistra, che gode dell’appoggio dei centri sociali e delle frange più estremiste della sinistra". "NO ALLA MOSCHEA" - Quindi il premier entra nel dettaglio di quelli che sono i punti più controversi del programma di Pisapia: "Non credo che per noi milanesi sia una priorità vedere costruire una bella moschea nella nostra città; non credo che sia una priorità avere nuovi centri sociali spacciati per residenze artistiche e creative; non credo proprio che vogliamo rivedere le vie e le piazze di Milano riempite di bandiere rosse con la falce e il martello come si è verificato nei giorni scorsi; non credo infine che vorremo consegnare la nostra città a chi promette progetti irrealizzabili, a chi vorrebbe fare di Milano la Stalingrado d’Italia". La sostanza è una e una soltanto, conclude Berlusconi: "Non vogliamo davvero consegnare la nostra Milano a una sinistra autoritaria, inefficiente, clientelare".