Bossi sta con Napolitano

Dario Mazzocchi

Giorgio Napolitano è "figura di garanzia". Umberto Bossi aMontecitorio torna sulle polemiche sull'uso dei decreti legge da partedel governo e spiega che è giusto che il capo dello Stato "sia argineverso il governo e il potere di decretazione: c'è una storia - avverte- che non si può cancellare ed è giusto che ci sia un equilibrio deipoteri". Quanto alla volontà del governo di cambiare la carta sul temadei decreti, il leader della Lega assicura: "Non ho mai sentitoBerlusconi dire che voleva cambiare la Costituzione" in questo campo. Fini e D'Alema punzecchiano il Cavaliere sulle riforme Gianfranco Fini e Massimo D’Alema, Silvio Berlusconi si difende. Intervenendo al dibattito sul ricordo della figura di Pinuccio Tatarella nella sala Regina di Montecitorio, il presidente della Camera ha colto l’occasione per affermare che l’Italia ha bisogno “di una corale assunzione di responsabilità” da parte di tutte le formazioni politiche per la realizzazione delle riforme. E l’esponente del Partito democratico gli ha dato corda affermando che le riforme sono durature solo se condivise. Un messaggio indirizzato in primo luogo al premier Berlusconi che ha risposto assicurando di essere lui il più moderato di tutti per affrontare il lavoro sulle riforme. “Tatarella – sono le parole di Gianfranco Fini - riteneva necessario arrivare alle riforme attraverso una formula condivisa tra gli schieramenti. Credeva nel confronto sereno e civile delle idee, anche con coloro che rappresentavano istanze molto diverse dalle sue”.  “Una lezione quanto mai valida oggi” secondo il presidente della Camera: “Oggi che il Paese ha bisogno di una corale assunzione di responsabilità da parte della generalità delle forze politiche, nel rispetto della distinzione dei ruoli tra maggioranza e opposizione, per la realizzazione delle riforme”. “L’avversario  - spiega ancora Fini - lo puoi battere ma sempre nel reciproco rispetto. Per questa sua vocazione al dialogo fu chiamato il ministro dell'armonia”, ha concluso riferendosi a Tatarella. Per Massimo D’Alema “c'era in Tatarella la consapevolezza che soltanto le riforme condivise sono in grado di essere approvate e di realizzare dei cambiamenti reali, profondi e duraturi”. Un ricordo, quindi, ma anche una dichiarazione al capo della maggioranza Berlusconi. “Il senso del rimpianto che oggi si avverte verso Tatarella – ha proseguito D’Alema -  non nasce solo dalla constatazione del fatto che fu un anticipatore di processi politici e culturali ma anche purtroppo dalla considerazione delle occasioni che sono state mancate rispetto alle attese e alle speranze di cui egli fu partecipe”. La risposta del Cavaliere non si è fatta attendere. “Io sono il più moderato di tutti”, ha detto Berlusconi ai giornalisti al termine dell’incontro nella sala Regina di Montecitorio. Prima qualche battuta, poi un colloquio privato con Fini. E forse in questo caso non ci sono state troppe battute.