Di Pietro vuole la guerra: "Rivoluzione! Presto la rivolta sociale"
Antonio Di Pietro ha un'idea: la rivolta. La rivoluzione. Più che un'idea è una minaccia. Rivolta al presidente della Repubblica. Per l'ultrà dell'Idv Giorgio Napolitano "ha il dovere di fermare l'attacco alle istituzioni" operato, ovviamente, da Silvio Berlusconi. Il Capo dello Stato, secondo Di Pietro, non si può limitare a "raccomandazioni e rimbrotti", ma devge "fare passi concreti, altrimenti tra poco ci penserà il popolo. Quel popolo che sta passando dalla manifestazione di piazza alla rivolta sociale". "RIVOLUZIONE!" - Lo spunto per l'ultimo delirio di Di Pietro sono state le dichiarazioni rese dal premier a margine dei lavori in aula, a Milano, del processo Mills. "Non si è mai visto in un Paese civile, e in uno stato di diritto, che un imputato, mentre è in aula sotto processo per un reato grave come quello di aver corrotto un testimone, accusi coloro che lo stanno giudicando. E’ grave che Berlusconi - prosegue il leader dell'Idv - forte del suo ruolo di presidente del Consiglio, di capo del partito di maggioranza, nonchè del suo essere proprietario di gran parte delle televisioni private e dominus di quelle pubbliche, lo stesso giorno del processo, inveisca contro i suoi giudici definendoli criminali, eversori e componenti di un associazione a delinquere. Addirittura, servendosi di questa maggioranza asservita e comprata da lui, ha minacciato l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, cioè di un vero e proprio tribunale speciale": queste le infuocate dichiarazioni di Di Pietro affidate a una nota. "PARLAMENTO IMMONDO" - Quindi un ulteriore appello al Presidente della Repubblica affinchè sciolga le Camere. Questa volta è arrivato da Pavia, dove Di Pietro si trovava per sostenere il candidato alle provinciali Daniele Bosone. Al suo fianco c'era il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. Secondo Tonino "ci troviamo in un momento importante, per le amministrative ed i referendum, ed è l'occasione per andare a dire una volta per tutte, al governo Berlusconi, che non ha più la maggioranza degli italiani. La maggioranza numerica in Parlamento - continua nell'attacco - è comprata, venduta, ricattata, e non corrisponde alla maggioranza degli italiani. Ed è bene quindi - questa la conclusione al vetriolo - che il Capo dello Stato, al più presto, sciolga questo Parlamento pieno di persone immonde e di Giuda".